Aprire l’attività di estetista presso il proprio domicilio senza essere in regola? Attenzione perché possono arrivare guai molto seri.
Oggigiorno ci si reinventa, aprendo anche attività commerciali nella propria abitazione. Studi fotografici o professionali, in genere, persino un centro estetico. Un po’ di pubblicità non guasta mai ed ecco così accogliere i primi clienti. Tale scelta denota oltretutto spirito di iniziativa, lanciandosi in una nuova esperienza che magari potrebbe fruttare generosamente. Come si evince, perciò, addirittura le estetiste operano da casa, purché siano in regola, secondo le prescrizioni di legge.
Infatti il problema sorge quando si esercita abusivamente, senza rispettare le norme igienico-sanitarie o fiscali. In tal caso si prospettano all’orizzonte scenari non particolarmente rosei, specialmente per il titolare, perché il rischio è davvero enorme. Non si sfugge, i controlli a tappeto per una verifica rigorosa e se le autorità competenti rinvenissero qualche (grave) fallo, le sanzioni potrebbero risultare molto pesanti. A questo punto, dunque, cosa accadrebbe qualora si venisse scoperti?
Estetista da casa senza permessi: la legge parla chiaro
Svolgere l’attività di estetista dalla propria residenza è perfettamente legale, tuttavia vi sono degli obblighi a cui dover adempiere nonché requisiti fondamentali. Prima di tutto essere abilitati professionalmente, mostrando l’attestato o diploma rilasciato dalla scuola dove si è frequentato il corso di specializzazione. In aggiunta aprire la Partita Iva, garantendo così l’emissione delle fatture e assicurarsi che tale mansione venga iscritta nel Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio.
Questi sono solamente alcuni degli oneri da assolvere e difatti non è per nulla facile perché si esige, tra l’altro, la presentazione della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) in Comune, senza contare i sopralluoghi da parte dei Vigili del Fuoco e ASL per accertare l’impeccabilità sanitaria – anche delle attrezzature stesse – nonché la messa in sicurezza del luogo di lavoro. Ebbene, una volta esperita la procedura, si può finalmente operare. Ma cosa succede se l’estetista fosse ‘in nero’?
In tale frangente bisogna appellarsi al Codice Penale poiché l’art. 348 dichiara “chiunque abusivamente esercita una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dallo Stato è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 10.000 a 50.000“. Nella eventualità in cui invece si possedesse un titolo ma si arrotondasse irregolarmente si configurerebbe anche l’interdizione dalla attività per un periodo da uno a tre anni. Dulcis in fundo, il colpo di grazia perché l’Agenzia delle Entrate, presto o tardi, potrebbe bussare cassa per gli introiti guadagnati.
Grossi rischi e multe salatissime, dinanzi a un simile contesto si voglia consigliare di porre in regola la propria posizione, anche se ciò potrebbe significare tempistiche e attese lunghe.