Che cosa sta per accadere a chi percepisce la pensione di reversibilità? Cerchiamo di capire meglio tutti i dettagli del problema.
La pensione di reversibilità si trova di fronte a una nuova minaccia con la recente proposta dell’OCSE, un colpo duro e ingiusto per i pensionati. Questa organizzazione, che ha sede a Parigi, non solo suggerisce di spostare la tassazione dal lavoro ai beni immobili, ma raccomanda anche l’introduzione di un contributo di solidarietà sugli assegni pensionistici più alti al fine di ridurre il deficit contributivo e riequilibrare il sistema.
L’OCSE non specifica direttamente a partire da quale soglia dovrebbe essere applicata questa nuova tassa, ma suggerisce l’idea della deindicizzazione, che attualmente stabilisce una differenza tra coloro che ottengono un aumento superiore all’inflazione e coloro i quali, a causa del loro potere d’acquisto considerato superiore, possono fare a meno dell’adeguamento dell’assegno. Tuttavia, questa soglia è stata fissata bassa. Attualmente, il recupero completo dell’inflazione viene applicato solo alle pensioni che non superano di 4 volte quelle minime, ovvero poco più di 2.000 euro lordi al mese, che si traduce in circa 1.500 euro netti al mese.
Secondo l’OCSE, sopra questa soglia non solo non si deve garantire l’adeguamento all’inflazione, ma dovrebbe essere applicato anche un contributo di solidarietà. L’organizzazione parigina suggerisce inoltre di modificare anche il meccanismo della pensione di reversibilità, senza distinzione proporzionale al reddito, ma a livello universale.
L’assegno ai coniugi superstiti dovrebbe essere pagato solo dopo aver raggiunto i 67 anni di età. Questa proposta non tiene conto né del fatto che i coniugi vedovi abbiano o meno un reddito proprio, né del fatto che abbiano o meno figli a carico.
È importante ricordare che questa proposta dell’OCSE non tiene conto delle specificità italiane del sistema pensionistico italiano. La pensione di reversibilità è un meccanismo che fornisce un sostegno finanziario ai coniugi superstiti che hanno perso il proprio partner.
È fondamentale per garantire una certa stabilità economica a coloro che si trovano in una situazione di lutto e che spesso dipendono finanziariamente dal reddito del coniuge deceduto. L’idea dell’OCSE di ritardare il pagamento della pensione di reversibilità fino al raggiungimento dei 67 anni di età è profondamente ingiusta e insensibile.
Non tiene conto delle difficoltà finanziarie e psicologiche che le persone possono affrontare e crea ulteriori difficoltà in un momento già difficile. Inoltre, la proposta di introdurre un contributo di solidarietà sugli assegni pensionistici più alti rischia di colpire i pensionati con redditi più alti senza considerare le loro circostanze personali.
La pensione di reversibilità dovrebbe essere basata sulla necessità e non sull’importo dell’assegno pensionistico. C’è bisogno di un approccio equilibrato che tenga conto delle disparità di reddito e delle circostanze individuali di ogni pensionato.