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Economia e Finanza

Pensione a 62 anni: il rischio è abbastanza forte, a cosa si va incontro

Le novità recentemente introdotte riguardo il pensionamento a 62 anni potrebbero cambiare le sorti della contribuzione per alcune categorie di persone: ecco i dettagli.  

Quello che sembrava una certezza delle modifiche introdotte nel sistema pensionistico con la bozza di Legge di Bilancio, cioè l’avvio di quota 104 al posto di quota 103, non è più tale. Infatti per il momento l’idea di quota 104 viene accantonata dal Governo e si riconferma invece la precedente prestazione, quota 103 appunto.

Quota 103, le novità poco rassicuranti – abruzzo.cityrumors.it

La questione delle pensioni resta così al centro del dibattito politico tra le forze della maggioranza e nel Parlamento, e coinvolge direttamente le forze sociali con i sindacati in prima linea. La riforma complessiva del sistema appare improponibile per il difficile momento economico e per la scarsità di risorse disponibili e quindi le speranze di quanti auspicavano il superamento della legge Fornero non sono realizzabili.

Quota 103, tagli in pensione a 62 anni?

Nel 2024 si potrà ancora approfittare della possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica. Ma lo norma modifica questa prestazione con alcune importanti novità che ne determinano dei significativi mutamenti. Vediamo il dettaglio.

Innanzitutto vi è un ricalcolo complessivo della pensione con il sistema contributivo a partire dal 2024. Finora quota 103 viene conteggiata con il sistema misto, cioè parte con il retributivo per il contributi fino al 1995 (o fino al 2012 per quanti hanno almeno o più di 18 anni di contributi completi entro il 1995) e per il restante con il sistema contributivo puro.

Pensione a 62 anni, le modifiche preoccupanti della norma – abruzzo.cityrumors.it

Con il 2024 il calcolo misto viene fermato e quindi per uscire qualche anno prima occorrerà accettare il contributivo puro, più sfavorevole al lavoratore. Con una retribuzione lorda mensile di 2.500 euro, la perdita con quota 103 a partire dal prossimo anno sarà di circa 200 euro al mese. In precedenza con una retribuzione simile, quota 103 garantiva un assegno pensionistico mensile di circa 1.750 euro. Dal prossimo anno con il contributivo puro, la quota erogata sarà di 1.570 euro al mese.

Ma non solo, dal prossimo anno con quota 103 la pensione è spostata di 7 mesi per il settore privato e di 9 per quello pubblico, con la cosiddetta finestra mobile. Finora questo meccanismo era diverso: infatti la decorrenza della pensione con quota 103 è di mesi nel settore privato e di 6 in quello pubblico.

Infine ultimo aggiornamento della misura è la riduzione del massimo della pensione fruibile con quota 103. Fino al 2023, la pensione con questo anticipo non può essere superiore al trattamento minimo di 5 volte, dal 2024 il tetto si abbassa, l’assegno pensionistico con quota 103 non potrà superare di 4 volte il trattamento minimo previsto dall’Inps.

Insomma i lavoratori che opteranno per quota 103 dal 2024 avranno delle sostanziali perdite nel loro assegno rispetto a quelli che hanno scelto questo anticipo quest’anno. Una scelta quindi che potrebbe costare molto cara.

Vincenzo Pugliano

Redattore e collaboratore di vari siti, mi occupo di articoli di economia, di cronaca, di viaggi. Le mie passioni sono l'escursionismo in montagna e la musica jazz