Trattamento di fine rapporto (TFR), alcuni dettagli su pagamento e tassazione di questo aspetto del lavoro dipendente privato.
Il TFR rappresenta un aspetto molto importante nel lavoro dipendente privato, regolamentato dal Codice Civile con l’articolo 2120. In maniera molto semplice si tratta di una somma accantonata dal datore di lavoro per i dipendenti privati e versata alla fine del rapporto di lavoro. Si tratta di un pagamento posticipato per il lavoratore dipendente finalizzato a garantirgli una sorta di protezione e paracadute finanziario al momento della cessazione dell’occupazione.
La maturazione del TFR si basa sulla retribuzione annua del lavoratore, divisa per un coefficiente fisso che determina la quota annuale. Il Trattamento di fine rapporto è rivalutato annualmente con un incremento dell’1,5% e del 75% del tasso di inflazione registrato dall’ISTAT. Così si mantiene il valore reale del TFR, ancorandolo al costo della vita.
TFR, la tassazione e il pagamento, come funzionano
La liquidazione del TFR avviene alla fine del rapporto di lavoro per pensionamento, dimissioni o licenziamento e in caso di insolvenza del datore di lavoro, entra in gioco un Fondo di garanzia dell’INPS. Il pagamento del Trattamento avviene per prassi comune e per le regole iposte dai contratti di categoria entro 30-45 giorni dalla cessazione del lavoro.
È possibile anche un pagamento a rate della somma, non esiste una norma che imponga un versamento in un’unica soluzione. Tuttavia il pagamento rateizzato deve essere concordato tra le parti e senza un accordo preventivo o un’indicazione presente nel contratto, il dipendente può rifiutare questa modalità. In caso di mancato pagamento, c’è la possibilità di avviare un’azione legale per ottenere la somma spettante.
Purtroppo nei casi di insolvenza o di fallimento dell’azienda i tempi della liquidazione possono allungarsi. In situazioni del genere può intervenire il Fondo di garanzia dell’INPS, ma i tempi di pagamento restano variabili secondo la complessità dei casi. Per quanto riguarda il la fiscalità cui è sottoposto il TFR, bisogna dire che è diversa da quella della retribuzione ordinaria.
Si tratta di una tassazione separata che indica le imposte in base al reddito medio degli ultimi 5 anni di lavoro. L’aliquota è stabilita dividendo l’ammontare lordo del TFR per gli anni di lavoro e moltiplicando il risultato per 12. Sull’importo calcolato si applicano le aliquote IRPEF in vigore. Su questo importo, che rappresenta l’imposta, si calcolano anche le detrazioni che spettano.
Anche la rivalutazione annuale del TFR è tassata con un’imposta sostitutiva dell’11%, che si applica solo sulla parte di rivalutazione e non sull’intera cifra del TFR. È il datore di lavoro a versarla direttamente.