Hai avuto a che fare con queste tre compagnie? Leggi attentamente potresti poter richiedere un rimborso molto interessante. Ecco come funziona.
Le bollette delle forniture energetiche spesso sono caratterizzate dalla presenza di numerose voci, che possono sembrare indecifrabili. Tuttavia è importante imparare a leggere le fatture dell’energia elettrica o del gas, per individuare la presenza di eventuali errori.
L’autorità garante dei consumatori ha condannato sei aziende energetiche al rimborso dei clienti per aver ritoccato al rialzo le tariffe di luce e gas, quando era già entrato in vigore il decreto Aiuti-bis, che poneva un freno a tali incrementi. Nel calderone delle aziende condannate ci sono anche Enel, Eni e Edison che ora dovranno anche pagare una multa. E se fosse accaduto anche a te? Scopri come controllare!
Enel Eni e Edison sono state condannate dalle autorità garante dei consumatori
Con l’approvazione del Decreto Aiuti bis, il governo ha deciso di bloccare le modifiche unilaterali dei contratti di fornitura per l’energia elettrica e il gas. Si tratta di un decreto che ha teso la mano ai consumatori italiani, bloccando temporaneamente le tariffe energetiche ed evitando che queste continuassero a lievitare.
Il divieto è stato imposto fino alla 30 giugno 2023. Durante questo periodo alcuni fornitori di energia hanno aumentato le tariffe nonostante il divieto. Con ogni probabilità, ora dovrebbe esserci un’ondata di rimborsi con l’applicazione delle dovute sanzioni.
L’autorità infatti ha applicato complessivamente sanzioni per 15 milioni di euro a 6 operatori:
- Enel, 10 milioni di euro
- Eni
- Acea
- Iberdrola
- Dolomiti
Sarà compito dei clienti che sono stati colpiti dalle suddette modifiche unilaterali dei contratti richiedere il risarcimento al proprio fornitore. Per questo motivo è opportuno verificare se le fatture di energia elettrica e gas ricevute nel 2022, durante il periodo di blocco delle tariffe, sono state caratterizzate da questa infrazione.
Successivamente è possibile avviare il processo di rimborso presentando un reclamo al fornitore. C’è la possibilità che quest’ultimo non risponda positivamente al reclamo, pertanto potrebbe essere necessario consultare l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA).
L’Autorità ha la possibilità di intervenire trascorsi 40 giorni dalla presentazione del reclamo da parte del cliente, qualora quest’ultimo non abbia ricevuto risposta oppure ne abbia ricevuta una non soddisfacente. Trascorsi 40 giorni ARERA può avviare la procedura di conciliazione. Si tratta di un procedimento extragiudiziale gratuito che ha lo scopo di trovare una conciliazione tra le parti.