Nella detrazione dei redditi è possibile inserire anche le spese sostenute dal nutrizionista? Scopriamo cosa dice la disciplina in merito.
È tempo di dichiarazione dei redditi, il documento con il quale i lavoratori e i pensionati hanno la possibilità di dichiarare al fisco le entrate relative al periodo d’imposta precedente. In questa fase è possibile anche portare in detrazione alcune spese sostenute l’anno prima.
La detrazione a cui stiamo facendo riferimento permette al contribuente di ottenere il rimborso del 19% delle spese sostenute, nel periodo di imposta precedente. Non tutte le spese possono essere inserite in dichiarazione dei redditi per essere detratte. Oggi vogliamo parlare della possibilità di inserire in detrazione le spese per il nutrizionista.
Affrontare una dieta dimagrante non è sempre facile, per questo motivo è utile rivolgersi ai professionisti che sanno indirizzare al meglio i pazienti verso un regime alimentare equilibrato e salutare. Andare da un nutrizionista non è economico. Mediamente, in Italia, per una prima visita si spende intorno ai 97 euro. Se invece si va da un dietologo l’importo medio sale a 155 euro.
Poi è necessario aggiungere dei visite di controllo che avvengono periodicamente, affinché il professionista possa accertarsi che il paziente stia seguendo correttamente il regime alimentare consigliato. In questo caso il prezzo oscilla tra i 50 e i 65€.
Insomma, a quanto pare, dimagrire e curare il proprio regime alimentare è impegnativo anche sotto l’aspetto economico. Ma queste spese possono essere portate in detrazione dei redditi per recuperare l’Irpef?
In base a quanto stabilito dalla disciplina italiana e confermato in un recente comunicato dell’Agenzia delle Entrate: è possibile detrarre l’IRPEF sostenuta per le visite presso biologi nutrizionisti. Tuttavia, è necessario rispettare determinate condizioni.
Dunque, le prestazioni dei biologi nutrizionisti rientrano tra le spese sanitarie, pertanto è possibile ottenere il rimborso del 19% della spesa sostenuta. Per accedere a quest’opportunità di rimborso è necessario rispettare la franchigia di 129,11€ ed essere in possesso di tutta la documentazione che attesta l’avvenuto pagamento della prestazione sanitaria.
In pratica è necessario allegare alla documentazione della dichiarazione dei redditi anche la ricevuta fiscale o la fattura rilasciata dallo specialista accreditato al servizio sanitario nazionale. In alternativa è sufficiente la ricevuta relativa al ticket.
Se la prestazione non è resa da strutture pubbliche o private accreditate occorre presentare la ricevuta del versamento bancario o postale o del pagamento eseguito tramite strumento tracciabile, come carta di debito o credito.