Crisi del commercio a Chieti e nell’area metropolitana, interviene Confcommercio

Chieti. “Apprendere dalla stampa ma anche dagli stessi operatori ed esercenti, che è in corso nella città di Chieti, e in particolare nella parte alta del capoluogo teatino una grave crisi del commercio, francamente dispiace e sopratutto preoccupa perché questa crisi, a pioggia, mina il commercio anche di Pescara e dei centri dell’area metropolitana”.

 Lo dice Riccardo Padovano della Confcommercio Pescara che auspica una azione forte anche degli enti locali per non far morire il commercio nelle nostre città. “Tanti anni fa, negli anni Sessanta in particolare i centri storici erano il cuore del commercio e il punto di riferimento dello shopping, dove il consumatore trovava la consulenza, l’accoglienza, il consiglio, il suggerimento sull’acquisto da fare, potendo contare sulla professionalità delle persone che erano nei negozi e nelle botteghe. Una sorta di consigliere e suggeritore di chi si recava a fare gli acquisti. Negli anni settanta e ottanta è iniziata poi la discesa della grande distribuzione e anno dopo anno è iniziata così la crisi dei vari settori del commercio cittadino. La grande distribuzione ha messo in crisi il settore del commercio ma anche il settore immobiliare perché la chiusura dei negozi nei centri storici ha tolto anche alle salta immobiliari gli affitti dei locali che oggi, nei centri cittadini vedono sempre più vetrine vuote. Per questo credo che le amministrazioni debbano iniziare a lavorare e ragionare su come rivitalizzare e rigenerare i centri cittadini, i centri storici e i borghi perché vuoi o non vuoi a chi non piacerebbe andare a fare shopping in Corso Marrucino, o in Corso Umberto o Corso Vittorio Emanuele a Pescara, nel cuore delle nostre città. Anche chi vive a ridosso dei nostri capoluoghi, vedo avrebbe piacere andare a fare shopping in città e per tanti motivi, per cui far morire i centri storici, non lavorando per rivitalizzarli, mette a rischio un intero comparto economico. Per evitare tutto questo dovremo metterci già da oggi al lavoro per studiare anche un piano marketing, valorizzando le professionalità migliori, scegliendo chi è in grado di fare tutto questo, e mettere in condizione il consumatore di andare nei centri storici e fare acquisti, potendo contare su prezzi vantaggiosi, competenza, professionalità ma anche infrastrutture. Mettiamo – conclude Padovano – attorno a un tavolo le migliori menti capaci di studiare possibilità e soluzioni affinché il commercio dei nostri centri riesca a dare risposte concrete allo strapotere dei centri commerciali”.

 Il presidente di Confindustria Chieti Marisa Tiberio allarga il,discorso sui perché oggi il commercio nelle città vive una crisi profonda: “Oggi, eccezion fatta per le grandi metropoli, le piccole e medie città sono costrette a fare i conti con una sofferenza nel campo del commercio e questo neanche tanto per l’ascesa della grande distribuzione. Anzi, anche in questo attore si iniziano a vedere i primi segnali di crisi. Il discorso andrebbe allargato invece anche al commercio on line, e sull’ecommerce che stanno invece vivendo una fase di sviluppo. Pensare però di soppiantare con il commercio on line il commercio fisico è però un errore. Per far si che questo non accada, occorre tornare a valorizzare il concetto di comunità, il concetto di socialità, dando valore alla persona, al suo lavoro, sapendo però che i tempi sono cambiati e che si devono trovare nuove modalità per far si che le attività storiche vengano valorizzate e salvaguardate, anche e soprattutto nel merito del discorso quelle della città di Chieti che resta una icona nell’area metropolitana. Ma oggi – prosegue il presidente di Confcommercio Chieti – siamo di fronte anche alla preoccupazione per la situazione politica, con il rischio del ricorso del Governo alle clausole di salvaguardia e ad un possibile aumento dell’Iva che rappresenterebbe una “Caporetto” per il commercio, una mazzata difficile da superare”.

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