Contributi INPS non versati ma presenti nell’estratto: sono utili per la pensione?

I lavoratori devono sempre controllare la propria posizione contributiva: ecco perché e cosa bisogna sapere in merito.

Non è raro, purtroppo, che alcuni lavoratori alla soglia della pensione si accorgano della mancanza di contributi, non versati, dunque, dal datore di lavoro. I contributi rappresentano una quota della retribuzione che spetta al dipendente o al lavoratore autonomo e destinata alle prestazioni previdenziali.

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Contributi INPS non versati ma presenti nell’estratto: sono utili per la pensione? (Abruzzo.cityrumors.it)

Per evitare future spiacevoli sorprese sarebbe bene procedere con una periodica verificare del versamento di tali quote. La verifica può avvenire consultando il cosiddetto estratto contributivo su cui vengono registrati tutti i contributi durante la carriera professionale di un contribuente ed in base alla gestione pensionistica d’appartenenza. Vediamo come consultare il documento e cosa accade scoprendo la presenza di buchi contributivi.

Buchi contributivi, come controllare l’estratto conto: la procedura

Uno dei timori più comuni tra i lavoratori italiani è quello legato al mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro. Si tratta di una paura fondata, dato che il fenomeno dei “buchi contributivi” è cresciuto significativamente. Per questa ragione, è consigliato periodicamente aggiornare i propri dati previdenziali verificando l’estratto contributivo Inps, il documento in cui sono contenuti tutte le informazioni relative alla posizione di un lavoratore e la situazione contributiva anno per anno.

Qui, difatti, sono contenuti tutti i contributi registrati presso l’Inps a favore di un lavoratore (da lavoro, figurativi, volontario e da riscatto). L’estratto contro contributivo può essere richiesto online sul portale dell’Inps, alla sezione dedicata, accedendo con le credenziali Spid, Cie o Cns. In alternativa, è possibile contattare il Contact center dell’istituto di previdenza sociale al numero 803 164 o rivolgersi ad un patronato o un Caf.

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Buchi contributivi, come controllare l’estratto conto: la procedura (Foto da Ansa) – Abruzzo.cityrumors.it

La verifica periodica è importante perché, il termine di prescrizione per il mancato versamento dei contributi è di cinque anni a decorrere dalla data in cui il versamento doveva essere effettuato. Per il datore di lavoro che non adempie all’obbligo di versare contributi sono previste pesanti sanzioni, così come per il lavoratore autonomo che deve provvedere al versamento. La sanzioni amministrative ammonta alla maggiorazione della quota non versata del 5,5% che si applica per ogni giorni di ritardo rispetto alla scadenza prevista.

Quando la sanzione supera del 40% l’importo totale dei contributi previsti si applicano gli interessi di mora sulla maggiorazione. In caso di evasione contributiva, ossia quando il datore di lavora omette volontariamente i contributi o occulta i rapporti di lavoro (lavoro in nero), invece, la sanzione ammonta al 30% dell’importo non versato.

Se la situazione debitoria viene denunciata spontaneamente entro 12 mesi ed il versamento viene effettuato nei 30 giorni successivi, si applicano le sanzioni previste per l’omissione e non per l’evasione. Per quanto riguarda la pensione, in casi simili, bisogna sapere che questa si calcola sui contributi dovuti e non su quelli effettivamente versati, ma a due condizioni: i contributi non siano prescritti e l’Inps deve esserne a conoscenza. È possibile anche accedere alla pace contributiva, meccanismo che consente di pagare i contributi mancanti.

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