Il 2025 sarà foriero di grandi novità: in particolare, a partire da gennaio, cambieranno gli assegni Inps. Scopriamo i nuovi importi.
Mano a mano che ci avviciniamo verso la fine dell’anno, si fanno sempre più chiari i cambiamenti che apporterà la prossima manovra di Bilancio. Manovre che è stata fortemente influenzata dalla procedura d’infrazione avviata dall’Unione europea contro l’Italia.
Ricordiamo, infatti, che il Governo di Giorgia Meloni, per il 2025, aveva a disposizioni circa 20 miliardi di euro di cui 10 sono serviti per la riconferma del taglio del cuneo fiscale per i redditi più bassi. Va da sé che qualche taglio è stato fatto per evitare di sforare il budget a disposizione.
Uno dei fronti su cui c’è maggiore curiosità e maggiori timori è certamente quello delle pensioni. Molti si chiedono quali misure verranno rinnovate e quali, invece, ci diranno addio alla fine del 2024. Non solo: grande è l’attesa anche per sapere di quanto saranno rivalutati gli assegni Inps nel 2025.
Nel 2023 – con l’inflazione alle stelle – le pensioni erano state rivalutate addirittura dell’8,1%; nel 2024 la rivalutazione si era fermata al 5,4%. Che cosa succederà nel 2025? Nelle ultime ore è stata fatta chiarezza anche su questo aspetto: sono stati comunicati i nuovi importi per il prossimo anno.
Pensioni: ecco i nuovi importi a partire da gennaio
Ogni anni gli assegni Inps vengono rivalutati in modo da essere adeguati all’andamento dell’inflazione. Nel 2023 la rivalutazione fu dell’8,1%, nel 2024 del 5,4%. Il 2025 sarà altrettanto ricco? Nelle ultime ore è stata svelata quale sarà la percentuale di rivalutazione degli assegni Inps il prossimo anno.
Intanto partiamo con un’ottima notizia: dal prossimo anno la rivalutazione sarà più “benevola” anche con gli assegni previdenziali più alti. Si abbandonerà il sistema a 6 fasce messo in campo dal Governo Meloni e si applicherà un sistema a 3 fasce. Pertanto la rivalutazione seguirà il seguente schema:
- rivalutazione al 100% dell’inflazione per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo dell’Inps;
- rivalutazione al 90% dell’inflazione per gli assegni tra 4 e 5 volte il trattamento minimo;
- rivalutazione al 75% per le pensioni oltre 5 volte l’importo del trattamento minimo.
Ma in che percentuale saranno rivalutate le pensioni? Per il momento si parla di una percentuale molto bassa: tra l’1,6% e l’1,8%. Niente a che vedere con l’adeguamento degli anni scorsi, quindi. Di conseguenza anche gli aumenti degli assegni saranno esigui. Con una rivalutazione dell’1.6%, ad esempio, le pensioni di 700 euro al mese arriverebbero appena a 711, quelle di 1000 euro raggiungerebbero i 1016 euro.
Le pensioni da 3000 euro passerebbero a 3047, quelle da 4000 salirebbero a 4059. Nel caso di rivalutazione dell’1,8% la situazione cambierebbe di poco: gli assegni da 700 euro al mese salirebbero a 712, quelli da 1000 euro arriverebbero a 1018, le pensioni da 3000 euro raggiungerebbero i 3052 e quelle da 4000 euro i 4066.