Adesso puoi richiedere in Busta Paga una montagna di arretrati. Per farlo dovrai presentare la domanda in questa maniera: la guida completa.
Il lavoratore dipendente dovrebbe controllare con attenzione la busta paga, anche facendosi assistere da un esperto estraneo all’azienda per cui si è impiegati. Solamente operando in questa maniera sarà possibile capire se ci sono degli errori commessi anche in buona fede dal nostro datore di lavoro. L’azienda infatti per calcolare gli stipendi da erogare ai propri deve attenersi alla legge. A sottolineare questo aspetto ci ha pensato la Corte di Cassazione attraverso la sentenza n. 27711 del 2023.
Secondo questa nonostante in Italia manchi una legge che stabilisca il salario minimo per ogni ora di lavoro, comunque tutti i datori devono tenere conto dell’articolo 36. Secondo questo infatti il contratto deve essere proporzionale alla quantità ed alla qualità del lavoro. Allo stesso tempo questo deve essere sufficiente ad assicurare a sé ed alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. In caso di errori, come aumenti non corrisposti ed arretrati non pagati, il lavoratore può sempre richiedere le somme arretrate.
Busta Paga, il lavoratore può richiedere questi arretrati: cosa bisogna sapere
Capire quali siano gli arretrati richiedibili al datore di lavoro è un passo importante per ogni dipendente. Molte volte, errori nel calcolo dello stipendio o omissioni possono portare a perdite finanziarie significative. È importante essere consapevoli dei propri diritti e di come procedere nel caso in cui si sospetti che ci siano somme non corrisposte.
Una situazione comune in Italia riguarda proprio gli aumenti salariali non riconosciuti. In questo caso il datore di lavoro potrebbe trattenere lo stipendio senza adeguare le retribuzioni secondo quanto previsto dalla legge o dal contratto collettivo. Ogni retribuzione beneficia di aumenti per anzianità, cambio mansioni e rinnovo del contratto, ma potrebbe succedere che tali aumenti non vengano applicati correttamente.
Bisogna fare molta attenzione anche alla mancata retribuzione delle ore straordinarie o delle indennità previste dalla contrattazione collettiva sono situazioni che possono portare a richiedere arretrati al datore di lavoro. Allo stesso tempo potrebbero sorgere anche delle discrepanze nei pagamenti della tredicesima e quattordicesima mensilità o altre indennità specifici.
Ovviamente per richiedere gli arretrati, è importante essere consapevoli dei limiti temporali. I crediti da lavoro, compresi gli arretrati, sono soggetti a prescrizione, che è di cinque anni. Tuttavia secondo l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, il termine di prescrizione inizia a decorrere solo dalla cessazione del rapporto di lavoro. Ciò significa che mentre si è ancora dipendenti, si possono richiedere arretrati senza alcun limite temporale, mentre dopo la cessazione del rapporto si possono richiedere solo quelli relativi agli ultimi cinque anni di lavoro.
La prima cosa da fare per richiedere gli arretrati è consultare un esperto, come un consulente del lavoro o un sindacato rappresentativo del settore di impiego. Dopo aver valutato la situazione, è possibile decidere come procedere. Infine è importante ricordare che gli assegni al nucleo familiare sono anch’essi soggetti a richiesta di arretrati. Chiunque abbia diritto a tali assegni e non li abbia mai richiesti può farlo entro cinque anni dalla data in cui sono diventati dovuti.