Un’edizione che segna un cambiamento rispetto alle precedenti e offre la concretezza di attività che vanno ben oltre il semplice evento espositivo per diventare un progetto per una ricostruzione di qualità del territorio con “Officina L’Aquila” e con il Comitato dei Promotori, nato con lo scopo di favorire lo sviluppo di un distretto delle costruzioni nel territorio aquilano.
Taglio del nastro e visita dell’esposizione da parte del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del nuovo esecutivo, Gianluca Galletti che ha aperto i lavori del Convegno inaugurale del Salone moderato dal direttore del quotidiano Il Centro “Con molto piacere ho accolto l’invito a partecipare a questa manifestazione – ha esordito il Ministro – Sono venuto perché ho ritenuto che la mia partecipazione fosse il modo di dimostrare l’attenzione del Governo e del mio Ministero nei confronti dell’Aquila. Un pensiero di vicinanza ai familiari delle vittime del terremoto. Qualsiasi cosa facciamo per L’Aquila la facciamo nel loro ricordo e per avere la certezza che non si passerà più in quel dolore. Da bolognese sono felice della sinergia tra il territorio emiliano e quello aquilano, sia pure uniti dalla tragedia. Che si incontrino in una manifestazione di questo genere è simbolico e apprezzabile. Qui c’è una buonissima opportunità per L’Aquila e per il Paese. Le buone pratiche si possono esportare. Quello che voi metterete in atto in questa zona diventeranno buone pratiche per il paese. A distanza di 5 anni vedere oltre 2mila cantieri aperti, 11mila addetti e 1200 aziende impegnate nella ricostruzione spingono all’ottimismo. Proseguiamo così. Sono qui per manifestare l’interesse del Governo verso L’Aquila. Questo Salone rappresenta un’opportunità importante perché apre nuove prospettive di sviluppo. Il mio ministero è centrale per la crescita, l’occupazione e la tenuta dei conti pubblici. “Ambiente” è una termine riduttivo rispetto a quello che il mio Ministero può fare per lo sviluppo di questo Paese. Se c’è stata un’economia che ha tenuto è la green economy che anche durante la crisi ha aumentato fatturato e addetti. Più le produzioni si spingono verso l’ambiente più diventano reddituali. La salvaguardia dell’ambiente si sposa con l’aspirazione dell’imprenditore: uno dei pochi casi. Questo modo di interpretare l’impresa cambierà l’economia. L’uso efficiente delle risorse sarà il tema centrale del semestre italiano di guida dell’UE. Parlo della cosiddetta economia circolare, all’interno della quale l’obiettivo non è solo il fatturato ma come esso viene prodotto. In questo modo saremo competitivi e attrattivi per i capitali. Sui temi dell’ambiente, in vari settori, siamo più avanti degli altri. E ho notato un’attenzione e una stima nel nostro paese che mi ha riempito di orgoglio e mi ha convinto che non siamo inferiori a nessuno. Ci guardano con interesse perché abbiamo la creatività. Vengono qui da noi a imparare e verranno anche all’Aquila: questa deve essere un’opportunità per crescere in maniera armonica.”
“La sostenibilità è al centro di questa manifestazione – ha commentato Roberto Di Vincenzo, coordinatore del Salone – Questa è la prima fiera green italiana, realizzata con allestimenti in cartone, riciclato e riciclabile al 100%. Inventiamo stand che non esistono. Quest’anno il Salone è parte di un progetto condiviso con le istituzioni e con i produttori attraverso Officina L’Aquila e attraverso la costituzione del Comitato dei Promotori che vede coinvolta l’intera filiera della ricostruzione – istituzionale, imprenditoriale, associativa e professionale. Il Salone in tal senso rappresenta un’occasione di rendicontazione sociale del processo di ricostruzione, il momento culminante di un programma annuale di attività formative, un laboratorio dedicato alla nuova progettualità per fornire una migliore qualità alla ricostruzione aquilana e promuovere in parallelo un’economia che parta dalla ricostruzione per proiettarsi verso altre forme”.
“Officina L’Aquila è una grande scommessa vinta. È il risultato di un processo che ci ha portato a guardare oltre l’aspetto espositivo per elaborare un progetto qualificato e qualificante per la ricostruzione – ha commentato Enrico Ricci, presidente dell’ANCE Abruzzo – Officina L’Aquila è un laboratorio costituito da tutta la filiera del mondo della ricostruzione che per la prima volta si è unita per promuovere un progetto di sviluppo territoriale. La ricostruzione equivale alla rigenerazione urbana. In un cantiere così importante molte esperienze possono fare da volano. Officina L’Aquila fonda la sua attività sulla qualità, dalla progettazione, alla costruzione fino alla manutenzione”.
“L’Aquila ha bisogno di unire le forze e le intelligenze. Il Salone della Ricostruzione serve a questo. È il contesto in cui i costruttori abruzzesi e aquilani possono dare il proprio contributo in termini di know how e di competenze per una ricostruzione a regola d’arte – ha aggiunto Gianni Frattale, presidente di ANCE L’Aquila – Nel nostro territorio ruotano ben 700 imprese di costruzioni di 90 province italiane. Viene gestito il 48% del plafond della ricostruzione privata e l’80% di fuori regione per quanto riguarda gli appalti pubblici. Le nostre imprese locali sono ben strutturate, organizzate e professionalmente attente alla qualità. La vicinanza del governo è importante. Oggi l’Italia è in ginocchio, ma qui abbiamo delle opportunità da cui partire per il rilancio dell’economia. I progressi si vedono, complimenti agli Uffici Speciali. A questa macchina avviata va messa a disposizione la benzina”.
Ottimismo da parte dei referenti delle istituzioni locali. “Il quadro attuale è che la macchina della ricostruzione è partita e questa cosa va raccontata a dovere – ha commentato Massimo Cialente, Sindaco di L’Aquila – Qui al Salone illustreremo i dati, ma mi preme fornire qualche anticipazione: abbiamo 46mila persone rientrate in casa. Dal 1 gennaio 2013 al 28 febbraio 2014 abbiamo concesso 1 mld e 443 mln di euro. È una macchina che macina 110 km al mese di progetti. Se arriveranno i soldi finiremo nel 2020. L’Aquila è un grande laboratorio dove sperimentare una ricostruzione di qualità intervenendo e riconvertendo l’esistente. Un modello che sia di esempio per il grande dibattito che si sta aprendo sugli interventi di restauro del grande patrimonio del nostro paese che deve essere messo in sicurezza”.
“In questi anni si è lavorato per costruire un modello efficiente per la gestione dell’emergenza e per la ricostruzione fisica. Siamo perfettamente nei tempi – ha dichiarato Gianni Chiodi, Presidente della Regione Abruzzo – Dove siamo rimasti indietro è nella ricostruzione del tessuto socio-economico. Siamo stati molto impegnati nella ricostruzione fisica mentre invece avremmo potuto fare di più da questo punto di vista. Il 30% dei Fondi FERS è stato destinato al territorio del cratere per la ripresa socio-economica. Noi come Regione siamo pronti a un confronto forte con l’Unione Europea per ottenere investimenti sull’Aquila purché sia chiaro che tali risorse vengano concentrare su tematiche specifiche che abbiano a che fare con il capitale umano, la crescita, l’innovazione e con iniziative che creino eccellenze”.
“L’Aquila e i comuni del cratere possono rappresentare il terreno su cui operare per dare un segnale di ripresa economica all’intera regione – ha sottolineato Lorenzo Santilli, vicepresidente di Unioncamere Abruzzo – Si pone il problema di ripensare alle funzioni di questi centri, trovare degli elementi attrattori, un nuovo artigianato e un commercio specializzato, una media distribuzione qualificata e qualificante, perché sono cambiate le condizioni di vita, sono cambiate le condizioni economiche. La riqualificazione urbana è una buona prassi da promuovere in Europa. Quando parliamo di dati il settore manifatturiero ha registrato un trimestre una leggera ripresa, che è derivata dalla capacità di internazionalizzazione delle imprese”.
“Forse è il caso di mettere un punto fermo e dichiarare che questo è l’anno zero della ricostruzione – ha commentato Giorgio De Matteis, vice presidente del Consiglio Regionale d’Abruzzo – Ci sono tre nodi fondamentali che meritano di essere affrontati con pari priorità: la ricostruzione materiale, la ricostruzione sociale e quella economica. Assistiamo a un costante calo demografico in questo territorio. Dobbiamo lavorare per riportare vita nei centri storici che sono l’anima sociale della nostra regione. Questa iniziativa, che è ben oltre una fiera, può rappresentare l’officina per ricostruire questo enorme laboratorio materiale, sociale ed economico che è il territorio dell’Aquila e dei comuni del cratere”.
Per il quarto anno consecutivo si conferma la partnership con Bologna Fiere SAIE. “Questa è un’esperienza che nasce da una collaborazione importantissima da cui sono nate riflessioni importanti – così Bruno Zavaglia, Dirigente BU building & construction di Bologna Fiere – Un’opportunità di metterci in relazione con un territorio che rappresenta un laboratorio da cui far ripartire il settore delle costruzioni che vive un momento molto difficile. Quest’anno il SAIE festeggia 50 anni di esperienza fieristica specializzata nel settore dell’edilizia. Da questo rapporto tra l’Emilia e L’Aquila ci aspettiamo di trovare nuove strade e nuova progettualità a vantaggio di tutto il settore delle costruzioni. L’esperienza di questo Salone diventa una complementarità importante per riuscire a portare una nuova visione delle costruzioni nel campo ambientale. Siamo assolutamente convinti che riusciremo a costruire un nuovo modo di fare industria delle costruzioni del nostro paese”.
A chiudere gli interventi Paolo Buzzetti presidente Nazionale ANCE “è giustissimo dire l’anno zero. C’è la speranza che si possa cominciare a uscire da questa drammatica crisi del settore dell’edilizia e che si faccia una programmazione seria di interventi preventivi in materia di edilizia scolastica e di dissesto del territorio. Fino ad ora questi temi non erano nell’agenda del Governo. Ora rientrano tra le priorità del nuove esecutivo. Siamo l’unico paese avanzato da ricostruire dal punto di vista materiale. Si stanno organizzando meccanismi di ripartenza. Noi siamo al centro di questo ragionamento perché abbiamo dato vita a gruppi di lavoro su come fare procedure e metodi di gara più trasparenti e più veloci senza andare al massimo del ribasso. Cerchiamo di dare un supporto concreto ispirandoci ai piani di ricostruzione dal 1860 in poi per costruire un indirizzo nazionale che permetta di fare un grande piano sulle scuole, un grande piano sul dissesto. Porteremo il laboratorio di Officina L’Aquila all’attenzione del sistema nazionale, come strumento utile per attrarre investimenti stranieri sul nostro territorio”.
La seconda sessione, attualmente in corso, ha come sottotitolo “La rendicontazione sociale” e vede i saluti di Gianni Frattale e di Luana Patricelli, Project Manager del SAIE, seguiti da una Tavola Rotonda alla presenza di Paolo Aielli, Direttore dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dell’Aquila (USRA), Paolo Esposito, Direttore dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Comuni del Cratere (USRC), Pierluigi Caputi, Direttore LLPP della Regione Abruzzo, Fabrizio Magani, Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo, Roberto Linetti, Direttore Generale del Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche per il Lazio, Abruzzo e Sardegna, Paolo Annunziato, Direttore Generale del CNR, Americo Di Benedetto, Presidente di Gran Sasso Acqua, Roberto Marotta, dell’Associazione dei presidenti dei consorzi e dei procuratori speciali centri storici aquilani, Paola Inverardi, Rettore dell’Università de L’Aquila e Aldo Mancurti, Capo del Dipartimento Sviluppo Economie Territoriali e delle Aree Urbane della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Quest’ultimo ha così commentato “Vorrei parlare poco del futuro e un po’di più del passato che ci ha visto operativi per costruire un quadro di certezze. In questo quadro di certezze il Salone ha rappresentato un contesto centrale. Il modo di affrontare il problema dei sotto servizi, il programma degli interventi relativi alle opere culturali, il tentativo di porre dei pilastri fondamentali per la ricostruzione. Soprattutto costruzione della governance, un altro tassello di questo quadro delle certezze”.
Le conclusioni di questa lunga giornata inaugurale del Salone della Ricostruzione sono affidate al Sottosegretario di Stato del Ministero dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Legnini “Ringrazio gli organizzatori e tutti coloro che hanno animato e costruito questo evento che costituisce ormai una tradizione consolidata. Un momento in cui si misura l’andamento della ricostruzione, lo stato di avanzamento di questa storica impresa a L’Aquila, nel cratere e fuori cratere. Occasioni come questa di confronto e di valutazione non sono tante, per cui il Salone della Ricostruzione svolge una funzione di interesse pubblico. Questa è la prima occasione in cui mi esprimo pubblicamente su uno dei compiti che mi sono stati assegnati. La delega alla Ricostruzione è stata firmata ma non è ancora stata registrata alla Corte dei Conti. Questa delega è l’inizio di un ridisegno dell’assetto della governance all’interno del Governo. Sono da definire i rapporti tra la mia persona in quanto delegata e la struttura che rimane incardinata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. È utile che il DISET rimanga incardinato presso la Presidenza in modo tale da impegnare in maniera più diretta la Presidenza stessa e il Ministero dell’Economia, stabilendo così un rapporto funzionale organizzativo. Tra le mie deleghe c’è anche la partecipazione al CIPE e la delega alla Coesione territoriale. Questo è ad oggi il quadro della situazione. Il programma di lavoro si muoverà in aderenza a tutto ciò che è stato fatto e a tutto ciò che serve. Definiremo un quadro di obiettivi che impegnerà il nuovo Governo e che seguirò direttamente. Posso acclarare, sulla base di quello che mi è ampiamente noto sullo stato della ricostruzione, qualche punto degli assi portanti di ciò che dovrà impegnarci nel futuro. Registriamo un clima di maggiore serenità e armonia, una maggiore cooperazione tra i soggetti istituzionali e i referenti del sistema territoriale. Gli obiettivi di breve periodo sono nell’ordine: assegnare, appena il CIPE sarà stato ricostituito, le risorse già stanziate e finalizzarle sulla base del monitoraggio e della rendicontazione dei lavori. Trovare il modo per completare il lavoro del 2014, sulla base del ritmo sostenuto che gli Uffici Speciali hanno impresso alla ricostruzione, parliamo di circa 700 mln di euro. C’è la volontà di trovare la soluzione nei modi e nei tempi possibili. Tutto ciò che dobbiamo mettere in cantiere è nel breve e nel medio periodo. Dobbiamo trovare una condizione di stabilità collocata in un punto da individuare con precisione tra Roma e Bruxelles. Pervenire a un pacchetto di disposizioni normative che eviti di continuare lo stress che da anni riversiamo sul Parlamento sull’onda dell’emergenza continua. Occorre una ricognizione precisa di tutto ciò che serve, con tutti gli attori del territorio e dello Stato qui presenti e che stanno operando molto bene, per modificare e integrare la legislazione vigente.
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