E’ la risposta che il presidente provinciale della Cna, Cristian Odoardi ha dato stamani, presentando una ricerca condotta dal responsabile dell’Area fiscale nazionale della Cna, Claudio Carpentieri: una elaborazione sulla pressione fiscale che c’è e su quella che verrà, una volta completato il processo di unificazione delle tre realtà, Pescara, Montesilvano e Spoltore
Assumendo come angolo di osservazione il punto di vista delle imprese, emerge che il cosiddetto, famigerato “total tax rate”, ovvero l’ammontare globale della pressione fiscale che grava sulle imprese (un ampio e complesso paniere che comprende tutta la tassazione nazionale, regionale e locale) si attesta mediamente a quota 61,5% nei tre centri. Con un vantaggio molto netto per le imprese insediate a Montesilvano (attualmente a quota 63,8%), un po’ più contenuto per quelle della città capoluogo, Pescara (ora al 62,1%). Solo per le aziende localizzate a Spoltore ci sarebbe un tantino di penalità in più, visto che attualmente la percentuale si attesta al 58,6%: “Ovvio, comunque, che a trarre benefici dall’unificazione sarebbe la stragrande maggioranza delle imprese”, commenta Odoardi.
Secondo la ricerca (*), per far fronte al pagamento di Tasi, Imu, Tari, Irap, Ivs, Irpef, addizionali regionali e comunali, le aziende di Pescara, Montesilvano e Spoltore devono attendere ogni anno il mese di agosto: come ha stabilito l’annuale classifica redatta proprio da Carpentieri, a Spoltore (36esima piazza su 135 comuni censiti nella graduatoria nazionale) occorre attendere l’1 agosto per “festeggiare la liberazione dalle tasse” e cominciare a lavorare per sé; a Pescara (posizione numero 88) il 14 del mese; a Montesilvano (105esimo posto) addirittura il giorno 20.
“All’ulteriore abbattimento medio delle aliquote”, aggiunge Odoardi, “dovrebbe poi contribuire l’unificazione delle diverse strutture che gestiscono i servizi: un conto infatti è pagare lo smaltimento dei rifiuti a tre diverse società, un conto a una sola. E lo stesso principio varrà anche per gli altri servizi di diversa natura”. Proprio su questo punto, nel corso della presentazione agli organi di informazione dello studio ha insistito nel suo intervento il presidente della Cna pescarese, Odoardi: “Con l’unificazione, lo Stato metterebbe annualmente a disposizione una somma aggiuntiva vicina agli otto milioni di euro; ebbene, con la sola metà di queste risorse, si potrebbe abbattere la pressione fiscale sulle imprese di cinque punti almeno. Insomma, un Comune così diverrebbe un caso virtuoso a livello nazionale, con una capacità di attrarre imprese enorme: ed allora è davvero il caso di mettere da parte dubbi e perplessità per lavorare tutti assieme al progetto”.
(*) Lo studio della Cna assume come modello medio un’azienda con ricavi per 431mila euro; costo del personale con quattro operai e un impiegato a quota 165mila; costo del venduto a 160mila; altri costi ed ammortamenti a 56mila; reddito d’impresa a 50mila.