Chieti. Settant’anni di storia d’imprese e di uomini che dal Dopoguerra a oggi hanno contribuito allo sviluppo economico del territorio. L’Ance di Chieti ha festeggiato ieri il suo 70esimo compleanno in un gremito Teatro Marrucino. Era il 1946 quando è nata Ance Chieti, l’Associazione dei Costruttori edili della Provincia di Chieti.
Con un intero Paese da ricostruire, Chieti e tutto il suo territorio provinciale rialzavano la testa, dopo gli anni bui della Seconda Guerra mondiale. Da allora di strada ne è stata fatta parecchia. L’associazione è arrivata al traguardo dei 70 anni e li ha festeggiati ieri celebrando la storia delle imprese e dei loro padri fondatori, imprenditori che hanno trasformato l’economia della regione da agricola a industriale, da fanalino di coda a locomotiva del Mezzogiorno d’Italia. L’importante anniversario è stato occasione per affrontare i temi dell’attualità che riguardano il mondo delle imprese e, in particolare, quello dell’edilizia. Un’ occasione per riflettere sulla situazione economica attuale dell’Abruzzo e del Paese e promuovere un dibattito su quanto occorre per uscire dalla crisi attraverso buone azioni.
Ad aprire i lavori è stato il presidente di Ance Chieti, Angelo De Cesare, dopo di lui i saluti del sindaco di Chieti Umberto Di Primio, il presidente della Provincia Mario Pupillo e il presidente di Ance Abruzzo Enrico Ricci.
De Cesare ha sottolineato il valore dell’associazionismo per risollevare il territorio dalla crisi economica, prendendo esempio dai nostri padri e nonni che hanno fatto rinascere l’Italia dalle macerie del dopoguerra. “Questa crisi la dobbiamo superare come fecero i nostri predecessori, tirando simbolicamente il carretto o portando sabbia nei cantieri. Serve l’associazione, andare avanti ma non più da soli”. A raccontarlo, il film documentario “Insieme nel futuro” di Luciano Odorisio, già Leone d’Oro al Festival di Venezia, proiettato durante il convegno. All’alba della fine del secondo conflitto mondiale, la necessità dei giovani di trovare lavoro e di ricostruire un’Italia martoriata dalla guerra, sono state le motivazioni di tutti coloro che, rimboccandosi le maniche, hanno ricostruito edifici pubblici e privati, hanno realizzato le infrastrutture che oggi collegano le province abruzzesi e trasformato l’economia della regione da prettamente agricola a industriale, lanciandola a livello nazionale e internazionale. Una caparbietà che deve essere recuperata oggi più che mai, visto che “stiamo vivendo la prima crisi veramente simile a quella causata dalla guerra”, ha aggiunto De Cesare. Ricci ha ribadito che “questo è un momento di svolta e una riforma del settore è ineludibile, ma sempre nel rispetto della territorialità e nel solco della tradizione”. Il riferimento è alla riorganizzazione a livello regionale dell’associazione dei costruttori, percorso che nel Paese sta coinvolgendo tutto il mondo associativo. La modalità, poi, della riorganizzazione si vedrà insieme a tutto il mondo regionale dei costruttori.
Nell’attuale contesto di crisi economica molte realtà produttive hanno subìto processi di ristrutturazione, altre hanno chiuso i battenti, altre ancora sono ripartite, declinando una nuova visione del costruire, ispirata ai principi della sostenibilità e della sicurezza anti-sismica. Se ne è parlato nel corso del convegno con i relatori e ospiti d’eccezione moderati dal giornalista Rai Nicola Porro.
Il sottosegretario al ministero della Giustizia, la pescarese Federica Chiavaroli ha annunciato, nel ricordare l’impegno del governo nel rinnovare la giustizia attraverso un percorso di riforme, che “dopo la riforma del Codice penale adesso si passa a quella del codice civile incidendo sulla riduzione dei tempi. Sul tema della giustizia altra riforma rivoluzionaria che dà una risposta alla crisi riguarda le procedure fallimentari il cui iter si trova ora alla Camera. Cancelleremo la parola ‘fallito’ dall’ordinamento giuridico, tutti hanno diritto a una seconda opportunità, figuriamoci gli imprenditori in fase di crisi. Abbiamo fatto una riforma che inserisce nell’ordinamento i sistemi di allerta per accompagnare gli imprenditori e le loro aziende in crisi verso ad affrontare una seconda possibilità”.
Tra i temi affrontati è emersa l’urgenza, sottolineata dal presidente della Regione Luciano D’Alfonso, della certezza dei lavori necessari a cambiare la regione e renderla più veloce. Come quelli della cittadella, la City, che dovrebbe riunire in un’unica sede gli uffici pescaresi, e su cui grava un’inchiesta della magistratura. “La City è una priorità e si farà nonostante l’inchiesta. Io rispetto il lavoro della magistratura, ma io ho bisogno di avere una sede univoca della Pubblica amministrazione per cui, nel rispetto delle procedure e delle regole, farò in modo che il lavoro vada avanti. Sono convinto che le condotte individuali verranno colpite, ma l’opera pubblica è necessaria”. Ma per fare crescere la regione si deve mettere anche fine alla stagione dei “no” alle opere nel nome degli interessi comuni paesaggistici, pure importanti. “In Abruzzo sta arrivando una buona notizia”, ha aggiunto D’Alfonso, “il soprintendente che dice sempre di no (il riferimento è alla soprintendente Maria Giulia Picchione) non dirà più no, si è aperto un nuovo bando per la ricerca degli incarichi direttivi e sono convinto che ci sarà la possibilità di avere una condotta più collaborativa tra uffici periferici dello Stato e territorio”.
L’amministratore di Trenitalia Barbara Morgante, che ieri è un po’ tornata a casa dato che è originaria di Chieti, ha ricordato l’importanza del buon funzionamento della rete di collegamento viario per lo sviluppo di un territorio, quello su rotaie in particolare, per il quale Trenitalia sta facendo “un grande sforzo per rinnovare il parco macchine e riorganizzare in un’ottica di efficienza, tant’è vero che in Italia il trasporto regionale, fino a ora fanalino di coda, è tornato a essere il migliore in Europa per puntualità e numero di soppressioni, siamo credibili e un’azienda solida, sono tornati i tempi d’oro di Trenitalia. Ma c’è ancora troppa burocrazia, lo riscontriamo anche in Trenitalia. Il messaggio del governo è di accelerare, c’è bisogno che si lavori soprattutto quando i soldi ci sono, tutti devono fare uno sforzo per accelerare il più possibile, per consentire all’economia di muoversi”.
Per Mauro Lupo, presidente della Fondazione Einaudi ha ribadito che “bisogna fare le cose e prendere decisioni in modo più immediato e non ragionando più nel lungo periodo. Non ce lo possiamo più permettere: i dati delle costruzioni, anche se si parla di leggera ripresa nell’edilizia, sono invece drammatici. Nel 2014 sono stati assolutamente negativi sia quelli congiunturali (rispetto al mese precedente) sia rispetto a quelli tendenziali (stesso mese dell’anno precedente). Non possiamo più aspettare”. L’appello è alla politica, affinché scelga e attui le giuste riforme. Le conclusioni sono state affidate a Paolo Buzzetti, presidente di Ance nazionale.