Listeria nel Salamino Italiano Fior Fiore: prodotto ritirato dal mercato

La catena di supermercati Coop ha annunciato il ritiro da tutti i negozi del lotto: L 006616 del SALAMINO ITALIANO FIOR FIORE COOP. Secondo una comunicazione ufficiale il salame potrebbe presentare una contaminazione da Listeria mycocitogenes

Coop precauzionalmente ha già ritirato il salame dagli scaffali dei supermercati e ha invitato i clienti che hanno in casa il prodotto con questo lotto a non consumarlo e a restituirlo al punto vendita per la sostituzione o il rimborso.

Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” non esclude che l’ingerimento del salame possa provocare un pericolo per la salute, e mette perciò in guardia la popolazione. Il batterio della Listeria potrebbe provocare sintomi influenzali (febbre, mal di testa, malessere). Alle donne incinte e alle persone che soffrono di immunodeficienza e che accusano i sintomi descritti si consiglia di consultare un medico. Pertanto rilanciando l’allerta riportata dal portale della COOP, invita i consumatori di astenersi dall’acquisto del lotto interessato invitando chi lo ha già effettuato e chi lo ha in casa a non utilizzarlo e a riconsegnarlo al punto vendita, per il rimborso o la sostituzione”.

LISTERIA E LISTERIOSI

La listeriosi è una malattia infettiva, trasmessa in genere con gli alimenti, che si manifesta sporadicamente in forma conclamata.

L’incidenza è molto bassa, di appena 7 persone su un milione, le tipologie più a rischio sono soprattutto i neonati e le persone che hanno superato la sesta decade di età. I soggetti che hanno immunodeficienze sono più vulnerabili. Si manifesta in genere in gravidanza o in soggetti immunodepressi e pur trasmettendosi per via alimentare non dà sintomatologie gastroenteriche ma manifestazioni generali quali la setticemia o la meningite purulenta o infezioni intrauterine o fetali. In gravidanza ha una sintomatologia subdola, simil influenzale, con gravi ripercussioni sul feto.

L’infezione avviene per ingestione di determinati prodotti, soprattutto crudi, ma anche per contatto diretto e nel processo di macellazione di animali infetti.

È causata da Listeria monocytogenes: batterio Gram positivo, aerobio, dotato di grande mobilità capace di produrre alcune tossine.

L’azione patogena sembra da ricondursi all’azione intracellulare di questi batteri che penetrano nel vacuolo endosomico successivamente lisato ad opera della Listeriolisina O. Alcuni lipidi presenti nella parete cellulare hanno la capacità di alterare i processi metabolici della cellula parassitata mentre il gliceride A sembra richiamare nel luogo dell’infezione un elevato numero di monociti. La proteina Act- A sembra essere in grado di polimerizzare l’actina che forma un specie di coda all’estremità batterica che gli conferisce la capacità di muoversi e di infettare altre cellule.

Fra i sintomi e i segni clinici (a seconda della tipologia), ritroviamo: febbre alta, endocardite, osteomielite, colecistite, peritonite, meningite, paralisi dei nervi cranici, perdita motoria.

La diagnosi più che sulla sintomatologia si basa sull’isolamento del germe nel sangue o nel liquido cefalorachidiano o nel liquido amniotico.

I cibi incriminati sono vari: latte non pastorizzato, formaggi freschi, insaccati, verdure contaminate. Si manifesta anche negli animali, in particolare bovini, caprini ed ovini.

Si somministra ampicillina (2g per endovena) con l’aggiunta di un aminoglicoside, eritromicina 10 mg/kg al giorno per la forma da dermatite. In molti casi la malattia ha un esito infausto. Una valida profilassi è rappresentata dalla cottura del cibo.

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