L’idea di Carmine Di Giandomenico, la progettazione degli ingegneri Alfonso Di Felice e Roberto Di Berardino, la dedizione alla causa del gruppo consiliare Teramo Vive.
Così tra qualche mese, dopo l’ok della maggioranza e quelli di Soprintendenza e Genio Civile, Teramo potrà guardare alle porte di Corso San Giorno con il rinnovato Due di Coppe.
Il concept ideato dal noto fumettista teramano troverà concretizzazione grazie all’inserimento nel progetto Paride dal quale, come ha sottolineato questa mattina l’assessore Valdo Di Bonaventura, “c’è un residuo di 26mila euro circa per l’illuminazione scenografica dei due ingressi della città: Porta Madonna e Corso San Giorgio”.
Il Due di Coppe, demolito nel 1926, tornerà dunque alle porte del Corso con le coppe ancora conservate nella villa comunale ma che saranno comunque oggetto di un restyling. Con 19.406 euro (non a carico dunque del Comune), Di Giandomenico ha ripensato a delle strutture per renderle simbolo della città. “L’idea è quella della popolazione che sorregge il territorio dopo il terremoto e le difficoltà, con struttura dunque in acciaio – ha spiegato il fumettista – Il velo che racchiude le coppe rappresenta quelli della Madonna e di San Berardo, protettori di Teramo”.
Lo stemma che si vede nel render verrà sostituito dal gonfalone storico, mentre il velo verrà realizzato in poliuretano fresato con carrozzeria, indurito con resina poliestere. Il tutto sarà condito dall’illuminazione con vari faretti led.
“E’ importante dare decoro alla città perché più c’è, meno si registrano atti vandalici”, ha sottolineato il vice sindaco Maria Cristina Marroni. Presenti questa mattina anche i consiglieri di Teramo Vive, Piergiorgio Passerini (capogruppo) e Paolo Di Sabatino, oltre all’assessore Antonio Filipponi. Anche l’associazione “Teramo Nostra”, che qualche tempo fa aveva chiesto di riportare il Due di Coppe “a casa”, era presente con il presidente Piero Chiarini.