Il mondo moderno del lavoro affronta, quotidianamente, una mole di cambiamenti tempestivi e fondamentali per rimanere al passo coi tempi. Sono diverse, ad oggi, le strategie mirate non solo all’aumento della produttività aziendale, ma anche alla costruzione di un ambiente sano in cui svolgere le proprie mansioni lavorative.
In questa sede, entra in scena il cosiddetto team building qualcosa che, come sottolinea anche LettoQuotidiano in un suo articolo, è sempre più utilizzato dalle aziende che si occupano di organizzare al fine di rafforzare il legame e la collaborazione tra colleghi. Insomma, il team building punta ad estrapolare l’aspetto umano e più flessibile insito nel personale lavorativo: un gruppo di individui con cui si ha a che fare giornalmente, avendo di rado un’interazione realmente “umana”.
Le tecniche di team building mirano ad abbattere proprio questa barriera, stabilita da molteplici fattori: dalla scala gerarchica alla formalità del contesto lavorativo, fino ad arrivare alle supposizioni personali, semmai travisate, che si possono sviluppare di primo acchito nei confronti delle persone che gravitano intorno ad un certo ambiente non proprio confidenziale. Scopriamo di seguito tutto ciò che c’è da sapere sul team building: cos’è e come funziona davvero.
Prima di addentrarci nei meandri tecnici del team building, occorre citare la storia. La pratica nacque negli anni ’20, grazie allo studioso Elton Mayo che cominciò a riflettere sul modo in cui gli ambienti di lavoro potessero influire sulla produttività dei dipendenti. Prendendo in esame i lavoratori della sua azienda, dunque, Mayo trasse diverse, interessanti, conclusioni. Non solo il contesto aveva effetto sui lavoratori, ma soprattutto il modo con cui l’azienda si interessasse a loro, arrivò a suscitare nei lavoratori uno spirito di aggregazione che spinse Mayo ad effettuare ulteriori studi.
A qualche decennio dagli studi pioneristici di Mayo, si cominciò a lavorare sul benessere di gruppo nell’ambiente lavorativo, arrivando poi al moderno team building. Costruire una squadra è, come si evince dal nome stesso dell’insieme di strategie, la chiave di Volta del successo dell’azienda. Una company moderna capisce che un team efficiente non è composto solo da dipendenti a contatto tra loro, quanto più che altro da persone che collaborano poiché spinte da un forte senso d’appartenenza radicato nei rispettivi mind set umani e sociali.
Alla luce di queste considerazioni si evince, dunque, che il team building rappresenti tutto l’insieme di attività e di pratiche volte alla creazione di una base condivisa sulla quale dare vita ad un efficiente team di lavoro. Come già precedentemente accennato, si tratta di abbattere i costrutti e i pregiudizi del lavoro, portando i propri colleghi su nuovi piani di conoscenza, estranei al contesto usuale, in modo da conoscere, finalmente, le persone dietro i ruoli che ricoprono a lavoro.
Il team building non viene costruito e pianificato da interni all’azienda, almeno solitamente. Le varie attività, infatti, vengono svolte collaborando con professionisti del settore che organizzano tutto nei minimi dettagli insieme a psicologi, sociologi, organizzatori di eventi e educatori. Il tutto, per offrire un’esperienza di aggregazione mirata a sviluppare il senso d’appartenenza dei lavoratori.
Durante le attività, le persone coinvolte saranno guidate da un team builder che li accompagnerà per tutta la durata di essa. Trattasi di un professionista addetto a monitorare le dinamiche comportamentali delle parti coinvolte. Generalmente, le attività di team building avvengono lontano dalla realtà lavorativa, prediligendo luoghi aperti che stimolino l’approfondimento delle conoscenze tra colleghi già avviate.
Talvolta, il team building porta il personale a viver esperienze condivise lungo archi temporali più dilatati: dalle 2 alle 4 ore, fino ad arrivare ad interi weekend di attività mirate a sviluppare lo spirito di squadra attraverso attività informative e giochi stimolanti.