Nella nuova opera che mischia il music-video live alla video-art, il regista Luca Torzolini narra la performance musicale e teatrale che vede l’artista Flavio Sciolè intento ad interpretare la poesia “Stillicidio” sulle note polistrumentali del musicista Antonio Feriozzi.
In perenne critica costruttiva rispetto a gran parte della realtà artistica contemporanea o più in generale a quella sociale, la performance invita ad una riflessione e ad una presa di coscienza come reazione al “ripetersi monotono e insistente dei fatti”.
Lontani dal poter interpretare l’opera con una visione unilaterale, possiamo vedere l’enorme bagaglio di cultura “sperimentale” riversato negli stilemi adottati: la rumoristica e le melodie polistrumentali collaborano con la dizione poetica e l’azione antiteatrale, mentre il montaggio armonizza la sinergia che si è attuata fra il regista e gli artisti durante l’esecuzione estemporanea.
Luca Torzolini dichiara “Durante le riprese della performance ho seguito la musica dando un palcoscenico diverso ad ogni strumento e settando una fotografia desaturata per avvicinarmi al concetto di atemporalità proprio della poesia. La destrutturazione e la famosa dizione inceppata di Flavio danzano con la camera costantemente a mano che rappresenta la vita e la precarietà del momento contemporaneo.”
Il musicista Antonio Feriozzi ci ricorda che “quel bip di sottofondo, come un acufene, è il disturbo perenne di eventi quotidiani in disaccordo con le possibili armonie umane. Bisogna disintegrare suoni/rumori e silenzi: nella decomposizione musicale il tempo e lo spazio morirono ieri e il suono vive in più dimensioni contemporaneamente… la vita e la morte dell’artificio coesistono.”
La goccia che lentamente e continuamente s’infrange rappresenta la rottura delle forme artistiche classiche alla ricerca di un linguaggio che comunichi comunque un messaggio profondo.
Flavio Sciolè ci racconta che “Quando Antonio mi ha proposto una collaborazione ho subito cercato di capire quale testo utilizzare. La scelta è ricaduta su ‘Stillicidio’ pubblicata qualche mese prima (nella raccolta ‘Nel Disincanto Asociale’, Maldoror Press, 2019). Questa poesia mi rappresenta sia rispetto alla fusione panteista con la natura sia esteticamente. Le parole di cui è pregna erano quelle adatte al mio inceppato disarticolare e masticare in voce. Sono soddisfatto del risultato, i suoni si sono fusi alla mia vocalità in un incrocio di sinergie e vortici restituendo l’istanza del momento e cristallizzandola eternamente.” Il singolo verrà distribuito nei prossimi mesi per la Kutmusic Italhouse, label pescarese di Nicola Battista.
Vitae
Flavio Sciolè, attore, regista e performer agisce in teatro e cinema da circa trenta anni. I suoi film sono stati proiettati in decine di festival in tutto il mondo.
Antonio Feriozzi nasce come chitarrista e nel 2001 si diploma all’accademia di musica moderna di Fiesole (FI). Dopo oltre venti anni di esperienza sia live che in studio di registrazione con gruppi e cantautori di vario genere, nel 2018 pubblica il suo primo album come polistrumentista e rumorista.
Luca Torzolini, scrittore e regista, fondatore di Holy Cult ed esperto di comunicazione, strategia startup e marketing. Nei suoi viaggi ha intervistato alcune fra le più importanti personalità al mondo nei campi dell’arte, del business e della scienza.