I fan di di “Report” sono in ansia. Da sempre il programma fa discutere e divide. E oggi il conduttore Ranucci rilascia una dichiarazione spiazzante.
Un fulmine a ciel sereno quello lanciato nelle ultime ore dal giornalista Sigfrido Ranucci, conduttore della storica trasmissione d’inchiesta giornalistica “Report”. Il giornalista, infatti, ha recentemente rilasciato una dichiarazione che riguarda il programma, molto apprezzato in Italia.
“Report” è un programma televisivo italiano di inchieste giornalistiche, in onda in seconda serata su Rai 2 dal 1994 al 1996 e in prima serata su Rai 3 dal 3 settembre 1997, condotto da Milena Gabanelli fino al 28 novembre 2016 e da Sigfrido Ranucci dal 27 marzo 2017.
Molti critici lo considerano, da sempre, il miglior programma di giornalismo investigativo in Italia. Fra gli altri, il programma si è aggiudicato l’edizione 2009 del premio giornalistico intitolato alla memoria di Luigi Barzini. Nel 2016 il programma ha vinto il Premio regia televisiva 2016 come Miglior trasmissione dell’anno. Nel 2021 Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, ha ricevuto il Premio Flaiano di giornalismo televisivo. Insomma, i riconoscimenti parlano chiaro, circa la qualità di “Report”.
Sigfrido Ranucci, è oggi al centro di accese discussioni da qualche tempo. Le voci iniziali che lo vedevano escluso dalla nuova gestione dei vertici Rai sembravano confermate. Tuttavia, “Report” è stato confermato nel palinsesto, ma Ranucci non festeggia ancora.
Durante una presentazione del suo ultimo libro, “La Scelta”, il giornalista ha rilasciato dichiarazioni significative che hanno catturato l’attenzione. Con l’evento di presentazione dei nuovi palinsesti Rai alle porte, Ranucci ha fatto sapere che non parteciperà.
Ha spiegato: “Non parlo della Rai, vorrei evitare un procedimento disciplinare”. Ranucci ha quindi sottolineato: “Per la prima volta in 30 anni non andrò alla presentazione dei palinsesti”. E ha aggiunto una critica pungente: “Credo che Report, una risorsa interna, premiata come la migliore trasmissione di informazione e che incarna il servizio pubblico, meriti più rispetto”.
Il giornalista ha continuato esprimendo la sua opinione sulla libertà di stampa in Italia: “In questi anni mi sono sempre sentito libero. Bisogna capire quanta energia bisogna impiegare per difendere questa libertà e il diritto dei cittadini di essere informati”. La situazione di Ranucci mette in luce le difficoltà e le pressioni affrontate dai giornalisti investigativi in Italia, sollevando interrogativi sulla libertà di stampa e sul ruolo dei media nel garantire un’informazione libera e indipendente.