Lo spettacolo l’Uomo Numero, è la storia del Grande Nivelli, al secolo Herbert Levin, ebreo nato a Berlino nel 1906, prestigiatore di successo, che proprio grazie ai suoi numeri magici riuscì a sopravvivere, non senza essere sottoposto a torture atroci, all’Olocausto. La sua storia rivive nell’Uomo-Numero, spettacolo teatrale di Franca Berardi. Al secondo anno di rappresentazioni, la pièce, di cui l’insegnante della scuola secondaria di primo grado Giovanni Pascoli di Pescara, è sia autrice che sceneggiatrice. Lo spettacolo vede la regia di Federica Vicino, le musiche inedite di Gennaro Varone ed è stato patrocinato dalla Comunità Ebraica di Roma, dal Comune di Pescara e vincitore del Premio Culturale Agape 2018 e 2019. Sul palco saliranno l’attore Davide Clivio, la Compagnia Teatrale Officine Solidali Teatro e Arte e Antonio Fumarola, enfant prodige della Ottavio Belli Magic Productions che ha ideato le illusioni messe in scena.
“L’idea dell’Uomo–Numero è nata – ha spiegato Franca Berardi, durante la presentazione dell’opera in Polonia all’Istituto di cultura italiana di Cracovia lo scorso 27 gennaio, nella Giornata della Memoria – per l’esigenza, per noi insegnanti, di trovare nuove strategie che possano colpire le corde giuste del cuore degli alunni. Un mio stratagemma è di avvicinare i ragazzi agli episodi storici che non si trovano nei manuali scolastici, ed è così che mi sono imbattuta nella figura del mago Nivelli. Il titolo scelto ha un duplice significato, il numero della matricola che annullava l’identità dei prigionieri dei campi di concentramento e i numeri di magia che Nivelli era costretto a ‘regalare’ ai nazisti e che lo hanno salvato”. Lo spettacolo è presentato in esclusiva per gli studenti dell’Istituto “Moretti” di Roseto.
“Non è la prima volta che ci occupiamo di Shoah, una delle storie più drammatiche dei tempi recenti. Presentiamo a Roseto , dopo diversi incontri sul tema, l’evento conclusivo di un periodo dedicato alla memoria”, dice il Presidente della associazione Falcone e Borsellino Gabriella Sperandio. Gli fa eco la dirigente scolastica del Moretti Sabrina Del Gaone “Quest’anno la celebrazione è stata sparsa in più giorni perché non vogliamo che sia retorico o celebrativo parlare di Shoah, ma che sia una commemorazione continua, chiara, emozionante, capace di informare e trasmettere alle nuove generazioni i fatti e un messaggio di schiacciante attualità. Per questo abbiamo fatto molti interventi, spettacoli, reading nelle e con la scuola.
È un fatto significativo che questo spettacolo esprima il talento di tanti giovani e sia dedicato anche ai ragazzi delle scuole per rafforzare la trasmissione della memoria, perché molte di quelle idee sono ancora vive e bisogna essere sempre vigili perché sono più attuali che mai. Bello anche il fine solidale dell’impresa e il patrocinio della comunità ebraica, che sottolinea la robustezza dell’evento”. Così una delle storie della Shoah diventa vettore di sensibilizzazione per gli studenti vista l’importanza di diffondere le storie della Shoah a un grande pubblico. Dice ancora l’autrice Franca Berardi. “Lo spettacolo è particolarmente adatto agli studenti perché mantiene sempre il contatto con la bellezza, malgrado la crudezza dei tempi in cui ha vissuto. Quello che è accaduto non deve ripetersi ancora”