In questa regione sono ‘i morti’ a portare i doni ai bambini: la credenza popolare che sicuramente non conosci

Una credenza popolare regionale secondo cui i morti portano in dono regali ai bambini: è proprio italiana e più vicina di quanto tu possa pensare!

Ogni regione, da quella posta più a Nord o nell’estremo Sud, porta un’infinità di tradizioni nella propria storia, compresi usi e costumi differenti. Ne è qualche esempio il modo in cui si festeggia il Carnevale, il Natale e persino il Capodanno. Piatti appesi o gettati dalla finestra, chicchi di uva da mangiare o scovare all’interno dei dolci, persino monetine nascoste che porterebbero fortuna a chi le trova. Ne abbiamo davvero come si suol dire ‘di cotte e di crude‘. Anche in questo periodo, tra Ognissanti e la Festa dei morti, molte regioni tendono a celebrare le ricorrenze a modo proprio.

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In questa regione sono ‘i morti’ a portare i doni ai bambini: la credenza popolare che sicuramente non conosci – abruzzocityrumors.it

E in particolare ne troviamo una, ovviamente italiana, appartenente al Sud, secondo cui siano i morti familiari a portare in dono ai più piccoli tanti regalini per farsi ricordare, evitando quindi di essere cancellati dalla memoria stessa della famiglia. Ma non solo, durante il 2 novembre si è soliti ‘pranzari chi motti‘, ovvero adibire un vero e proprio pranzo succulento sulle tombe di chi non c’è più. Avete sicuramente capito già di quale regione si stia parlando!

I morti e la credenza popolare dei doni: ecco in quale regione si è soliti ritrovare i regarilini

In questa regione, durante la mattinata del 2 novembre, i bambini che si sveglieranno troveranno in cucina o in salotto tanti regalini, tra dolcetti, giocattoli, scherzetti o caramelle. In gergo si dice che ‘passaru i motticini‘, ovvero sono passati i morticini e stiamo proprio parlando dell’incredibile e bellissima Sicilia. In ogni città appartenente all’Isola ci saranno usi differenti, ma è diffusa ovunque la credenza popolare dei doni lasciati da chi non c’è più.

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I morti e la credenza popolare dei doni: ecco in quale regione si è soliti ritrovare i regarilini – abruzzocityrumors.it

A Messina, per esempio, i bambini si addormentano presto perché i morti passano proprio in quella notte e lasceranno in dono i regali solo a chi stia già dormendo profondamente, facendo loro una carezza. Il mattino seguente i bimbi si sporgeranno dal letto guardando proprio al di sotto del materasso, ovvero il luogo in cui i morti lasceranno i doni. Per ringraziare gli spiriti, il giorno seguente si andrà al cimitero entrando con il piede sinistro, lasciando dei fiori alle varie tombe.

Tra i vari doni che i morti fanno alle famiglie, in Sicilia troviamo i famosissimi pupi di zucchero, in dialetto pupi’i’zuccaru, ma anche la frutta martorana, preparata in realtà ogni anno, ma gustata nel periodo autunnale sino al Natale, così come a Pasqua insieme all’agnello di pasta di mandorle. In realtà il legame tra spiriti dei morti e bambini nelle credenze popolari siciliane è profondamente radicato, difatti a Catania, ad Acireale precisamente, così come a Partinico, ad Erice e a Cianciana, si parla della famosa ‘sfilata dei morti‘.

Nelle notti che intercorrono tra il 31 e il 2 novembre, gli spiriti vagano in fila per le vie della città con un lenzuolo sul capo e una lanterna per far luce, rubando quanti più dolci e oggetti possibile per poterli poi lasciare ai bambini. Accennavamo prima anche la strana tradizione di pranzare sulle tombe, ma quest’usanza viene vista dai siciliani(ma anche dai calabresi e gli albanesi) con un momento di gioia e tutt’altro che tetro o grottesco. Meno diffusa ormai nei cimiteri delle grandi città, ancora presente in quelli di paese. Anche la zucca, infine, definito simbolo di Halloween è in realtà decisamente più antico.

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In Sicilia il rito di pregare e mangiare sulle tombe dei morti viene detto ‘Cuonsolo’ (Foto Facebook @benedicaria) – abruzzocityrumors.it

Venivano svuotate zucche e piccole rape successivamente intagliate dando forme di facce per personificare la morte, renderla più ‘umana‘ e al contempo sfruttarla per scacciare gli spiriti maligni. Insomma, le tradizioni italiane non finiscono mai di stupire!

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