In un’atmosfera densa di memorie e di nostalgie, Ornella Macellaro, figlia dell’artista, ha salutato commossa l’iniziativa a nome della madre Loredana e della famiglia tutta e ha ringraziato il curatore Sirio Maria Pomante, direttore t.s. del Polo Museale Civico e gli organizzatori dell’associazione “Vivi l’Abruzzo”, Domenico e Simone Rastelli, nonché l’Amministrazione comunale e l’Assessore alla Cultura, Giampiero Di Candido, presente in Sala, per il sostegno. Don Domenico Panetta, arciprete di San Flaviano per oltre 40 anni e grande amico di Macellaro, ha ripercorso il rapporto con l’artista consolidatosi con l’impresa di restaurare la chiesa di Sant’Antonio, capolavoro barocco nel centro storico di Giulianova, riaperta al pubblico nel 1984. Il giornalista Rai e autore Umberto Braccili, ha richiamato poi l’amicizia tra suo padre, il giornalista Luigi Braccili, morto nel 2014, e Macellaro, attraverso aneddoti di fatti di vita vissuta e di amicizie speciali. Giulio Belfiore, già preside del Liceo giuliese, ha narrato le vicende salienti della vita di Roberto Macellaro, attraverso i racconti dello stesso artista, raccolti da Belfiore per una redigenda biografia: dal rapporto conflittuale con il padre Francesco, all’emigrazione forzata in Venezuela e in Svezia, con il suo carico di sofferenza e di sacrificio, al ritorno a Giulianova, che non aveva mai smesso di portare nel cuore durante il suo peregrinare all’estero. Infine, Sirio Maria Pomante ha preso la parola per ricercare le radici artistiche di Macellaro, il suo legame con Ulderico Ulizio e la tradizione scultorea giuliese, per richiamare i suoi interventi negli anni Settanta sulle opere e sui decori delle stanze della Pinacoteca civica “V. Bindi”, che si appresta oggi ad una nuova riapertura, le opinioni critiche e il suo legame con alcuni personaggi della sinistra nazionale e dell’antifascismo locale, come Alfonso Leonetti e Riccardo Cerulli.
E proprio con l’ascolto delle parole di Cerulli è stato svelato il dipinto “Emigranti” del 1974, donato da Macellaro al Comune di Giulianova ed ora esposto permanentemente nella Sala “Buozzi”: l’opera è un condensato della vita e del dramma umano del pittore giuliese, “raffigurazione di un dramma collettivo”, così come scrisse Riccardo Cerulli, che mise in luce prima ancora delle capacità artistiche, il grande e ancora attuale bisogno della “solidarietà umana”. Al termine dell’incontro, il pubblico realmente numeroso si è spostato a visitare l’esposizione nel Loggiato di piazza Belvedere, dove decine di opere, tutte tratte dalla collezione della famiglia e dal suo laboratorio, dai bronzi ai gessi, alle terrecotte, dagli oli ai pastelli, agli acquerelli, fanno assaporare i temi più cari a Roberto Macellaro, oltre a quello dei migranti: la figura femminile, Giulianova antica e il mare con i suoi lavoratori.
Tenuto conto del grande richiamo e della partecipazione riscontrati in questi giorni di apertura della mostra, il Polo Museale e l’organizzazione hanno deciso di prolungare la durata dell’esposizione fino a domenica 4 agosto, secondo il seguente orario: tutti i giorni, dalle 18.00 alle 20.00 e dalle 21.00 alle 23.00.