Non esiste un’unica soluzione per mantenere la salute del cervello durante l’invecchiamento ma l’esercizio fisico potrebbe essere una delle soluzioni migliori secondo uno studio pubblicato recentemente su Neurology, la rivista della Accademia Americana dei Neurologi.
Lo studio suggerisce che dopo solo sei mesi di esercizio aerobico, i partecipanti (dai 50 agli 83 anni), anche quelli più pigri, hanno ottenuto punteggi in test di memoria e logica simili a quelli di persone di 6 anni più giovani.
“La crescita della popolazione anziana predispone ad un aumento del rischio per malattie come l’Alzheimer e altre forme di demenza senile” dice la dottoressa Veronica Guadagni, PhD, Post-doctoral Fellow nel Department di Physiology and Pharmacology nella Cumming School of Medicine (CSM) e primo autore dello studio pubblicato.
“L’esercizio fisico sembra essere l’unico trattamento effettivo per rallentare e/o prevenire la progressione della demenza” continua la dott.ssa Guadagni “oltre a rappresentare una strategia effettiva, economica e accessibile a tutti per migliorare la qualità di vita e prevenire o rallentare il declino cognitivo.”
I partecipanti allo studio Brain in Motion sono persone dell’area della Città di Calgary, in salute ma sedentari, tra i 50 e gli 83 anni, senza problemi cognitivi. All’inizio dello studio I partecipanti sono stati sottoposti a test di memoria e logica e l’afflusso sanguigno verso aree del cervello è stato misurato con una tecnica ecografica (transcranial Doppler Ultrasound). I test di abilità motoria sono stati ripetuti a 3 mesi e di nuovo dopo 6 mesi dall’inizio del programma insieme ai test cognitivi.
Il programma di esercizio consiste in 3 sessioni a settimana per 6 mesi sotto la guida di un trainer esperto. La durata delle sessioni va dai 20 minuti all’inizio fino a 40 minuti. In aggiunta, I partecipanti devono aggiungere un’altra sessione di esercizio da casa.
All’inizio e alla fine del programma di esercizio, l’afflusso sanguigno verso il cervello è stato misurato usando l’ecografia. In media il flusso sanguigno è aumentato del 2.8% dopo sei mesi. L’aumento di afflusso sanguigno accompagna una serie di modesti ma significativi miglioramenti in alcune abilità cognitive che solitamente degenerano con l’età.
La fluenza verbale, che attesta la capacità di richiamare informazioni dalla memoria, è migliorata del 2.4%, percentuale che equivale alla performance di persone 5 anni più giovani. L’abilità di ricordare parole contenute in una lista è migliorata del 2.6%, percentuale che equivale alla performance di persone 4 anni più giovani. Le funzioni esecutive, abilità che coinvolgono logica e ragionamento, sono migliorate del 5.7% percentuale che equivale alla performance di persone 6 anni più giovani.
“Il nostro studio mostra che sei mesi di esercizio fisico vigoroso aumentano l’afflusso sanguigno verso le aree del cervello coinvolte nelle abilità di memoria e logica” dice il Dottor Marc Poluin, autore anziano nello studio e membro dell’O’Brien Institute for Public Health e Professore alla Cumming School of Medicine (CSM) Dipartimento di Physiology and Pharmacology e Clinical Neurosciences della University of Calgary, Canada.
Il prossimo step per il gruppo di ricercatori è una collaborazione con le comunità e i governi allo scopo di implementare l’esercizio fisico.
Veronica Guadagni, PhD, primo autore nello studio, è Postdoctoral Fellow nella Cumming School of Medicine dipartimento di Physiology and Pharmacology, and Clinical Neurosciences.
Laureatasi all’Università degli Studi dell’Aquila in Psicologia Applicata, Clinica e della Salute, indirizzo Neuroscience, Università’ degli Studi dell’Aquila, dove ha ottenuto un Master in Neuroscienze nel 2010 e un BSc in Psicobiologia nel 2008.
E’ membro dell’O’Brien Institute for Public Health e dell’ Hotchkiss Brain Institute.
La sua ricerca si focalizza sul ruolo dell’esercizio fisico nel migliorare la qualità del sonno, le capacità cognitive e la salute del cervello in persone anziane a rischio per lo sviluppo di Alzheimer e alter demenze. I suoi metodi di studio includono l’uso della polisonnografia, la tecnica gold standar per misurare la qualità del sonno, batterie neuropsicologiche e tecniche di neuroimmagine. Nel 2018, ha ottenuto una prestigiosa fellowhip dalla Alzheimer Society of Canada che le ha permesso di conseguire I suoi studi. Mantiene collaborazioni attive con L’Università dell’Aquila ed in particolare con l’istituto di Neurologia e con il Dipartimento di Scienze Biotecnologiche e Cliniche applicate.