Teramo. “Una sanità a misura di donne in Abruzzo” è il tema su cui verterà l’incontro pubblico organizzato dall’Area Formazione femminile Anaao Assomed Abruzzo, il principale sindacato dei medici, e in programma mercoledì 13 aprile, alle ore 15.30, all’hotel Abruzzi, a Teramo.
Sarà Francesca Barzini, giornalista Rai e già autrice di “Presa Diretta”, a moderare l’incontro prendendo spunto dalla presentazione del volume “La sanità che vogliamo-Le cure orientate dalle donne”, libro-manifesto edito da Moretti&Vitali e a cura di Sandra Morano, responsabile dell’Area Formazione Femminile del sindacato. L’opera, scritta a più mani, traccia una serie di percorsi realistici per una sanità orientata dalle donne che guidi verso il futuro le nuove generazioni.
Alla presentazione del libro, di cui parlerà la stessa Morano intervistata da Barzini, seguirà il dibattito volto a far emergere le priorità che, nell’ambito della medicina di genere, dovrebbero emergere anche in Abruzzo per un progetto di sanità più rispettoso delle sue componenti.
Interverranno Annarosa Buttarelli, filosofa; Simona Cardinali, consigliera regionale componente della quinta commissione su Salute, Sicurezza sociale, Cultura, Formazione e Lavoro; Maria Pia Garavaglia, già ministro della Sanità; Lia Ginaldi, medica e referente della Regione Abruzzo per la medicina di genere; Gabriella Marini, medica e segretaria aziendale dell’Anaao per l’Asl di Teramo e referente regionale dell’area di Formazione Femminile del sindacato; Ombretta Natali, presidente dell’Ordine degli Architetti di Teramo; Nicoletta Setola, docente del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze; Nicoletta Verì, assessore alla Salute della Regione Abruzzo.
“Le donne in sanità – dichiara Gabriella Marini – sono la maggioranza e sono chiamate a lavorare insieme per superare un’organizzazione del lavoro che, così com’è, non è più aderente alle necessità di una popolazione diseguale, così come non lo è per il benessere di chi lavora all’interno degli ospedali. La recente pandemia ha messo in luce le fragilità di un sistema che va ripensato, con coraggio e determinazione, rimettendo al centro l’etica della cura, e ripensandone l’architettura degli spazi, così come le relazioni con la città e con l’ambiente circostante”.