Nell’aula magna dell’Università Bocconi di Milano, Alberto Bombassei ha ritirato il Premio Parete 2021,rappresentato dalla scultura “Rinascita” dell’artista abruzzese Luigi D’Alimonte. L’imprenditore, co-fondatore e presidente emerito di Brembo, è stato premiato per la sua «capacità innovativa che ha contribuito a sostenere il made in Italy nel mondo».
All’evento hanno partecipato Mario Monti, presidente dell’Università Bocconi; Gianmario Verona, rettore dell’Università Bocconi; il Generale di divisione Gianluigi D’Alfonso, comandante regionale Abruzzo della Guardia di finanza; Donato Parete, promotore del Premio nonché figlio di Ermando Parete; il giornalista Ferruccio de Bortoli, Presidente Vidas nonché membro del comitato scientifico del Premio Parete; Walker Meghnagi, presidente della Comunità ebraica di Milano.
Ad aprire la cerimonia è stato il rettore dell’Università Bocconi, Gianmario Verona, che ringraziando le autorità presenti, ha ricordato il legame tra il Premio e l’Università milanese. «Siamo contenti di ospitare il Premio Parete, perché si articola poi anche in alcune borse di studio che valorizzano gli studenti che studiano nella nostra università. Siamo da sempre attenti a finanziare agli studenti una serie di borse di studio, permettendo loro di partecipare, a prescindere dal reddito, ad un’università che cerca di spingerli efficacemente nel mondo del lavoro».
A proposito del premiato Bombassei, Verona prosegue ricordando l’importanza di Brembo che «è sinonimo di eccellenza italiana a livello internazionale», oltre a sottolineare la costruzione a Bergamo di un parco di chilometro e ricerca, un gesto «non scontato in questo paese».
Il Comandante regionale Abruzzo della Guardia di finanza, Generale di divisione, Gianluigi D’Alfonso, ha proseguito ricordando la vita e la testimonianza di Ermando Parete.
«Quest’appuntamento è per noi tutti un’opportunità per celebrare la memoria di Ermando Parete e consegnare il premio al meritato vincitore Alberto Bombassei. Il premio ci dà la possibilità di mantenere vivo il ricordo del vicebrigadiere Ermando Parete, una testimonianza importante per i nostri giovani, e di ricordare i 234 finanzieri scomparsi nei campi di concentramento nazisti. Ermando Parete, dopo le torture subite nel campo di concentramento di Dachau, ha vissuto, nella sua seconda vita, la voglia di raccontare la sua testimonianza. La caserma Parete, intitolata a Ermando nel 2017 a Pescara, è diventata simbolo della memoria collettiva, con le ricorrenze nazionali e con la proclamazione del vincitore del Premio, ogni anno».
Il riconoscimento, nato dalla volontà di Donato Parete di ricordare il padre, Ermando, ex sottufficiale della Guardia di finanza superstite al campo di sterminio nazista di Dachau, viene assegnato ogni anno al personaggio in grado di incarnare e testimoniare il messaggio principale di Parete, che incoraggiava gli studenti, giovanissimi o universitari, a superare le difficoltà, anche le più terribili, con «entusiasmo di vivere e voglia di fare».
Il nome di Alberto Bombassei è stato scelto all’unanimità comitato scientifico del Premio Parete e annunciato nel giugno scorso, in diretta streaming, dalla neo-direttrice del Tg1, Monica Maggioni. Il patron di Brembo succede a Giorgio Armani, premiato nel 2020, a Giovanni Tamburi, premiato nel 2019, e all’attuale ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, premiato nel 2018.
Il presidente emerito di Brembo è intervenuto presso l’aula magna della Bocconi, ringraziando tutte le autorità presenti ed esprimendo la gratitudine per un riconoscimento così importante, intitolato alla memoria del sottufficiale Parete.
«Ascoltando chi mi ha preceduto, ho capito ancor meglio la qualità dell’uomo alla cui memoria è dedicato questo premio e in particolare ho apprezzato il suo impegno educativo nei confronti dei ragazzi».
Quei ragazzi, principali promotori del dibattito sull’ambiente, che ha necessariamente fatto svegliare il mondo dell’economia e della finanza. «Molte delle opinioni che abbiamo letto sulla Cop26 prendevano spunto e forza dal “bla bla bla” con cui Greta Thunberg ha giudicato i lavori di Glasgow.
Non credo però che sia una sintesi del tutto corretta. Va detto, anche il mondo dell’economia e della finanza stanno definitivamente prendendo coscienza che non c’è futuro che non preveda uno sforzo collettivo verso gli obiettivi che a Glasgow sono stati – seppur parzialmente – condivisi».
Un dibattito che riguarda anche il mondo dell’automotive, settore in cui Bombassei ha costruito principalmente la sua carriera imprenditoriale. «Le scelte ideologiche sulla decarbonizzazione possono portarci su un binario morto dove ci troveremmo tutti fermi a cercare i colpevoli del disastro accusandoci reciprocamente. Gli idrocarburi vanno abbandonati progressivamente e vanno studiate in fretta soluzioni alternative. Ma trovo incomprensibile che l’Europa stia immaginando una soluzione unica per risolvere il problema».
Il patron di Brembo si riferisce alle infrastrutture per le ricariche dei mezzi elettrici, strumento che lascia perplessi alcuni protagonisti del settore. «Non so se la miglior soluzione per ridurre e cancellare le emissioni di anidride carbonica prodotte dai mezzi di trasporto sia l’elettrificazione, l’idrogeno, i carburanti green o ancora altro. Sono però sicuro che la scelta di una sola strada ci farà correre il rischio di aver scelto quella sbagliata relegando il nostro continente e la sua industria a un ruolo di secondo piano nell’economia mondiale».
Ed è proprio ai giovani, particolarmente cari a Ermando Parete, che Bombassei si rivolge, sottolineando il ruolo centrale per la costruzione di un futuro migliore. «È indispensabile per l’attuale classe dirigente aprire un canale di dialogo con le giovani generazioni. Un dialogo che sia non solo costruttivo ma soprattutto libero da ideologie e pregiudizi».
Al termine della cerimonia di consegna sono stati annunciati Federico Nicodemi e Nicola Vaccaro, come vincitori della Borsa di studio Premio Parete per il 2021 e il 2020. L’iniziativa, che non si è tenuta nel 2020 a causa della pandemia, premia lo studente più meritevole dell’Università Bocconi che, grazie al Premio Parete, riceverà l’esonero parziale dalla retta universitaria per l’intero triennio. Nel 2018 e nel 2019, la Borsa di Studio è stata assegnata a Chiara D’Ignazio, ex allieva del Liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Pescara, e a Emmanuele Luca Varrati, ex studente del liceo scientifico Enrico Fermi di Sulmona (L’Aquila).
Il Premio Parete, nato nel 2017 per volere del figlio Donato, è ispirato alla memoria della vita e dell’impegno di Ermando Parete. Sopravvissuto alla tragedia della Shoah, dal 2000 e fino alla scomparsa nel 2016, Parete ha trovato il coraggio di raccontare l’orrore vissuto, come monito perché non riaccada. Il tutto unito a quella visione orgogliosa volta a incoraggiare le giovani generazioni. Con questi principi ha visitato scuole e università, incontrando ragazzi di tutta Italia.