Piero Pelù e Ghigo Renzulli, tornati sullo stesso palco dopo qualche anno di separazione per chiudere una carriera inestinguibile, hanno letteralmente infiammato i 5000 fan che hanno fatto segnare il sold out con largo anticipo.
Rock in essenza pura, e dura, con Pelù ormai 60enne e Renzulli alla soglia dei 70 ma scatenati come due ragazzini. Il feeling sul palco rimane intaccabile anche da quella freddezza ormai nota (e a tratti palpabile) nel duo che ha attraversato 4 decadi.
Sotto il palco il calore di un pubblico multigenerazionale – capelli bianchi a pogare con i ragazzi nelle prime file, passeggini e bimbi sulle spalle dei genitori sparsi ovunque – e i cori di chi ha sentito milioni di volte quei grandi classici che i Litfiba non hanno fatto assolutamente mancare: da El Diablo a Paname, da Spirito a Regina Di Cuori, a Lacio Drom, a Dimmi il nome.
Per più di due ore, Pelù non si è fermato un istante, chiudendo a petto nudo, arrampicato sulla scenografia; Renzulli ha fatto “cantare” la sua chitarra, restituendo al “compare” un’ossatura che lungo la strada da solista aveva forse smarrito.
Temi sociali e pacifisti – il cambiamento climatico, la pace per il popolo curdo, l’antimafia – qualche immancabile sbeffeggio a Papa Francesco, e tanto, tantissimo rock. Questi i Litfiba per 42 anni, questi i Litfiba ieri sera davanti al Duomo e a 5000 persone che pregano affinché l’ultimo girone non abbia mai fine.