Sant’Omero. Con la sua nuova opera, Vlad “Nosferatu”, Fabiano Di Damaso si rende protagonista di una kermesse curata da Alessandra Morelli con il patrocinio del Comune di Monteprandone e del centro Giovarti.
La mostra mette insieme dodici artisti e altrettante icone della storia sul terreno di confronto del ritratto, inteso come il tentativo scomodo di rappresentare e dunque di indossare la fama altrui.
In questo contesto l’opera del santomerese si mette in evidenza per la forte denuncia contro la decadenza di coloro che hanno approfittato, si sono “nutriti”, succhiandone il sangue, del borgo di Sant’Omero. Una critica politica dunque ma trasversale, precisa l’artista, che parte da lontano e che si incarna in un’opera cruda sì ma che descrive in maniera onesta la situazione del capoluogo vibratiano.
“Tra la realtà soggettiva (il vampiro) e quella oggettiva, afferma Di Damaso, il paese, il dipinto diventa per me un’autocritica in quanto mi identifico nella collettività essendone membro naturale. Il nostro stato mentale che definirei “egoico bellico” si nutre della realtà togliendone la bellezza. La bellezza stessa, infatti, può venire dalla creatività dell’uomo oppure direttamente dalla nutura, anch’essa in fase di devastazione.
Ne faccio un discorso più ampio. Sant’omero così ridotta è comunque un esempio di questo disfacimento”.
Se l’arte è denuncia, sicuramente la provocazione di Di Damaso è un esempio di come l’arte possa descrivere con potenza e immediatezza i sentimenti delle persone.
La mostra “e-strà-ne-i” che rimarrà aperta fino al 15 gennaio 2023 ogni venerdì, sabato e domenica dalle 17:00 alle 19:00 presso lo SpaziomOHOc a Monteprandone (Via Corso 34). (Antonello Cristofori)