L’Abruzzo omeopatico: lo storico Galantini “conquista” Napoli FOTO

Ha suscitato grande entusiasmo negli anbienti scientifici partenopei la relazione dello storico giuliese Sandro Galantini su “l’Abruzzo omeopatico da Melchiorre Delfico a Vincenzo Massimi” presentata lo scorso 12 dicembre a Napoli nei suggestivi ambienti del Museo delle Arti sanitarie.

 

La relazione ha infatti evidenziato come esista una stretta correlazione tra il primato riconosciuto a Napoli nell’ambito dell’omeopatia storica e il ruolo rivestito da scienziati abruzzesi e teramani in particolare. Non solo il vastese Francesco Romani ma anche il toranese Vincenzo Comi, che già a partire dal 1792, sulla sua rivista “Commercio scientifico”, si occupa delle sperimentazioni chimiche di Samuel Hahnemann. È tuttavia Melchiorre Delfico a giocare un ruolo fondamentale, come emerso da suoi manoscritti ancora inediti conservati nella biblioteca omonima di Teramo e studiati da Galantini.

Infatti in un gruppo di pagine sparse, destinate forse a far parte di un’opera mai terminata e comunque databili tra il 1818 ed il 1819. Delfico non manca di esaminare le teorie di Hahnemann, da lui definito “il gran fondatore del medico sapere”, appalesando un interesse che altre carte inedite conservate nell’archivio privato della famiglia Casamarte a Loreto Aprutino dimostrano persistere con singolare continuità sino ai suoi ultimi anni. D’altronde tra gli studi vari e i numerosi appunti di Melchiorre Delfico compare una minuta intitolata “Della specificità in medicina” relativa all’Omeopatia, peraltro oggetto di uno scambio epistolare che, tra il gennaio ed il settembre 1822, intercorre tra il Teramano e Francesco Romani.

Per Sandro Galantini si aprono ora nuove occasioni di collaborazione scientifica con la Luimo, la Libera Università Internazionale di Medicina Omeopatica, ma anche con il Museo delle arti sanitarie e in particolare con il direttore prof. Gennaro Rispoli, che ha già chiesto un coinvolgimento dello storico giuliese in attività di ricerca e convegnistiche relative all’opera di assistenza, carità, medicina e cultura svolta dai più antichi nosocomi del Paese con particolare riguardo a quelli di area teramana.

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