Giulianova. Serata all’insegna della musica, del buon umore e della solidarietà, quella di stasera al Pala Eventi.
Si inizia alle 21 con l’intrattenimento musicale ed il ritmo di un ricco repertorio di canzoni. Alle 22.30, salirà sul palco ‘Nduccio, brillante e trascinante come sempre. In programma anche una tombolata di beneficenza, per fare del giorno di Santo Stefano un’occasione di amicizia e condivisione.
Sarà presentato domani, 27 dicembre, alle 18.30, in Sala Buozzi, il libro “Filippo de Pisis. Diario 1931-’32”, edito da Mondo Nuovo e scritto dalla storica dell’arte Chiara Strozzieri. Saranno presenti l’autrice e lo scrittore e poeta Massimo Pamio.
Figura di spicco dell’arte italiana del Novecento, Filippo de Pisis trascorre nella Parigi degli anni Trenta un periodo di grande splendore dal punto di vista sia personale, che professionale. Da qualche anno ha lasciato l’Italia, dove il suo piglio estroso, il modo originale di vestire, lo slancio verso la nuova arte metafisica, gli avevano impedito di raggiungere il successo. In Francia scopre la vita libera, fatta di incontri con personaggi pieni di idee, di avventure amorose, di sperimentazioni artistiche che vogliono superare la grande pittura dell’Ottocento. De Pisis conosce qui una vera e propria esplosione creativa, che lo porterà a straordinari riconoscimenti da parte del pubblico e della critica.
Il diario, riprodotto, trascritto e analizzato da Chiara Strozzieri, riguarda proprio questo momento felice: l’artista vi espone le sue teorizzazioni sulla pittura moderna, sul colore, sullo stile di vita innovativo che solo una città aperta come Parigi è in grado di recepire. Non mancano poi le riflessioni sull’amore, quello cercato per le strade e fatto di brevi incontri con giovani che diventano protagonisti dei suoi quadri e degli schizzi presenti nel diario. Lo studio puntuale di questi disegni, che affrontano i principali temi depisisiani, e della scrittura intima dell’artista, rappresenta, a dire di Sibylle de Mandiargues, pronipote di de Pisis e autrice della prefazione al testo, “il principio di un nuovo e doveroso filone di approfondimento della complessa personalità del maestro ferrarese”.