Teramo. Dopo il grande successo dello spettacolo “La parola ai giurati” (tra i campioni d‘incasso della passata stagione, vincitore anche del Premio Eti Gli Olimpici del Teatro 2009), Alessandro Gassman torna a Teramo dirigendo ed interpretando “Roman e il suo cucciolo”. Tratto dal testo contemporaneo “Cuba and His Teddy Bear” dello scrittore Reinaldo Povod, è stato uno spettacolo di grande richiamo con cui negli anni ‘80 Robert De Niro tornò ad esibirsi in teatro dopo ben dieci anni di assenza a Broadway. Povod, di origine portoricana per parte di madre e cubana per parte di padre, fu definito dalla stampa americana un classico ‘prodotto‘ del turbolento Lower East Side ed è scomparso premturamente a soli 34 anni nel 1994 per tubercolosi.
“Sono già passati quattro anni dal mio debutto nella regia con “La forza dell‘abitudine” di Thomas Bernard, cui hanno seguito due stagioni ricche di successi e riconoscimenti con “La parola ai giurati” di Reginald Rose”, ha commentato Alessandro Gassman, recentemente nominato direttore artistico del Teatro Stabile del Veneto, carica che ha ricoperto per molti anni in seno al Teatro Stabile d’Abruzzo (TSA). “Mi accingo ora a mettere in scena un altro testo contemporaneo, che mi ha coinvolto fin dalla prima lettura per l‘umanità dei suoi personaggi, per uno stile di scrittura tagliente, crudo, profondo, che mai indulge al sentimentalismo. Con Edoardo Erba abbiamo deciso di ambientare la vicenda in una periferia urbana del nostro paese, all‘interno di una comunità rumena, dove confluiscono personaggi di altra radice etnica. Operazione che non tradisce il testo originale americano che fa appunto coesistere personaggi di diverse razze, culture, religioni”.
“Roman e il suo cucciolo”è un dramma familiare e al tempo stesso sociale, un attualissimo sguardo sul presente che è anche un preciso richiamo a uno dei fenomeni che negli ultimi tempi più ci coinvolgono: la presenza degli immigrati nella vita quotidiana, presenza che ha trasformato la fisionomia delle città ed ha intaccato il tessuto delle relazioni sociali.
Lo spettacolo è anche una storia di disperazione e degrado che, attraverso il drammatico destino di un‘umanità condannata all‘emarginazione, rimanda a problematiche sociali di grande attualità.
“Una delle sfide più difficili del terzo millennio” ha precisato a riguardo Gassman “sarà quella di imparare a vivere in una società unita nella pluralità, ponendo come base quanto ci è comune: la nostra umanità”.