Penne, ex tribunale diventa un nuovo polo di promozione culturale e turistica

Penne. Lo storico complesso immobiliare del Monastero dell’Ordine Gerosolimitano (ramo femminile Sovrano Militare Ordine di Malta), edificio del 1523 che recentemente ha ospitato prima la sede della Scuola d’Arte e Mestieri (poi Istituo d’Arte) e infine la sede del Sezione Distrettuale di Penne – Sezione Civile e Penale, ritorna alla collettività con nuovi spazi culturali e come polo di eccellenza delle arti, dei mestieri e dei prodotti locali.

L’accordo è stato sottoscritto oggi dal Sindaco di Penne Rocco D’Alfonso e dal Vice-Presidente della DMC (Destination Management Company) Lorenzo Grazian. Grazie a questa firma, il bene sarà in ampia parte nella disponibilità della DMC, a fronte di un programma di valorizzazione che permetterà di recuperare completamente uno dei
palazzi più grandi del centro storico, un’eccellenza monumentale della città che, godendo di una posizione strategica tra la piazza Luca da Penne e l’ingresso della Città da Porta San Francesco, ben si presta a fungere da attrattore turistico e culturale sia per i cittadini che per i numerosi turisti della destinazione. L’immobile permetterà, così, di
congiungere i quattro grandi poli della DMC: l’Area Vestina, Campo Imperatore, L’Aquila e la Valle del Tirino.

L’accordo costituisce un esempio pilota a livello nazionale di valorizzazione turistica e culturale di una rete di beni di demanio storico-artistico. Nello specifico, il programma di valorizzazione prevede di riqualificare e valorizzare l’edificio con spazi espositivi e
attività laboratoriali, oltre che di realizzare servizi informativi e attività accessorie a beneficio di tutta la collettività. Tale programma si configura, pertanto, quale elemento trainante per il recupero del centro storico di Penne, ed andrà a completare l’offerta
turistica locale, di cui oggi il Centro Vestino costituisce l’elemento portante insieme al capoluogo di Regione.

La sinergia tra la DMC e il Comune di Penne è la testimonianza di come il partenariato pubblico-privato possa dare il via a processi di rifunzionalizzazione di beni di pregio, al fine di incrementarne il valore economico e sociale, in un’ottica di tutela e rispetto della
loro vocazione originaria.

L’immagine del Progetto si accompagna a quella di prestigiose aziende presenti sul territorio (il consorzio turistico DMC conta circa 100 soci). Il Palazzo, raffinato luogo ricco di storia e cultura, e le aziende ambasciatrici con l’altissima qualità dei loro prodotti e servizi si uniscono in un’azione sinergica per accrescere il valore del sistema turistico locale e delle aziende stesse. Grazie alla sua connotazione geografica, il territorio dispone infatti di una grande varietà di prodotti, a partire da quelli tipici delle zone montane, fino ad arrivare a quelli della classica cucina abruzzese della fascia
collinare.

L’ipotesi progettuale è stata di conseguenza fortemente influenzata dagli elementi di forza del territorio che fanno emergere antiche tradizioni culturali e produttive che, se integrate con gli altri fattori di attrattive rappresentati dal patrimonio paesaggistico, storico, religioso e culturale, permettono di sviluppare condizioni turistiche di qualità sempre più legate allo sviluppo di nuove forme di fruizione “partecipata” del territorio (turismo enogastronomico, sportivo, culturale, etc.), che portano le persone ad acquistare il prodotto turistico come esperienza di immersione e contaminazione con il
territorio in tutte le sue dimensioni. Il territorio della DMC ha una caratteristica fondamentale: è un luogo. L’entroterra è infatti diametralmente diverso dai tanti “non luoghi” in quanto trabocca di identità, non solo perché antropizzato da secoli con un
modello unitario e coerente, ma anche in quanto dotato di un’armonia dinamica tra il civilizzato ed il selvatico, tra l’edificato ed il coltivato, tra il pieno ed il vuoto (reale o solo apparente).

Il progetto mira in sintesi a realizzare un centro pilota a cui partecipino attivamente i vari attori locali, che abbia il compito di catalizzare le varie attività del territorio e di favorire una logica di filiera.

Gli stessi locali dell’edificio saranno utilizzati nell’ambito di questa iniziativa come bureau del turismo rurale. Il bureau si porrà al centro delle attività turistiche dell’area per coordinarne le attività e stimolare nuove iniziative, agendo da interfaccia tra i turisti e gli operatori presenti sul territorio. Il bureau avrà anche lo scopo di valutare
l’offerta turistica presente sul territorio e monitorarne le evoluzioni, per individuare eventuali interventi necessari ad integrare i servizi presenti, per aumentare costantemente l’appeal del territorio e poter far guadagnare un posizionamento di primo piano al comprensorio.

La Casa delle Arti e dei Mestieri vuole essere un modello di intervento culturale non ancora tentato in Abruzzo, dal forte significato socio-economico in un territorio, quello montano e pedemontano, che manca di progetti e spazi dove avviare concretamente
iniziative delle comunita? del territorio per realizzare una nuova idea di Destinazione Turistica, dove le funzioni culturali sono un’occasione di ricerca di nuove formule di vita comunitaria, oltre che di riqualificazione degli spazi. Inoltre, il Palazzo potrebbe anche
diventare il luogo crocevia ideale di interconnessione dei saperi, delle conoscenze, delle esperienze tra i vari servizi locali, per favorire il dialogo tra gli operatori e i responsabili
delle varie strutture presenti, ma anche per consegnare una visione piu? ampia, non monosettoriale, dei percorsi di miglioramento della qualità della vita.

Il Progetto contribuisce prioritariamente al perseguimento dell’obiettivo di sviluppare un turismo collegato all’identità socio-economica del territorio. Il Progetto sarà così in grado di integrare l’approccio settoriale, valorizzando le filiere, e quello territoriale, integrando settori economici diversi.

Per il sindaco di Penne Rocco D’Alfonso: “Il nostro sistema turistico è pronto ad affrontare una stagione di cui non si nascondono le difficoltà, con la consapevolezza della propria forza e comunicando quello che siamo, una terra con forti radici e identità, dove la vacanza non è omologata, ma fatta di relazioni e incontri”.

“Ai media e ai Tour Operator internazionali siamo riusciti a presentarci come destinazione dove ambiente, arte e cultura sono legati alla nostra vocazione turistica. Il progetto e i lavori stanno procedendo nella direzione giusta. Sono sempre più convinto che il ripristino dell’antico edificio sia un’operazione importante, di enorme potenzialità, un investimento dalle importanti ricadute di sviluppo in termini di attrattività turistica, non solo per l’area vestina e il Gran Sasso ma per l’intero territorio regionale”, aggiunge il vicepresidente DMC Lorenzo Grazian.

Per il Presidente DMC Alfonso D’Alfonso: “Con questo accordo, il momento che in tanti abbiamo immaginato sta prendendo forma. Il viaggio per restituire un nuovo profilo del
comprensorio turistico del Gran Sasso d’Italia è iniziato e si tratta di un’occasione importante per la valorizzazione di un patrimonio unico, capace di richiamare l’attenzione del mondo culturale e di incentivare allo stesso tempo un turismo di qualità”.

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