Vasto. Mercoledì 19 settembre presso un’ aula magna del Palizzi gremita di studenti, docenti, aspiranti imprenditori e persone sensibili alle tematiche economiche, in occasione del quattordicesimo modulo del corso “L’Altra Prospettiva dell’Economia” (organizzato dall’associazione Formamentis nell’ambito del progetto finanziato dalla comunità europea Sycamore), il prof. Stefano Zamagni ha relazionato sul tema “Economia e menagement di comunione”.
“La crisi dimostra il fallimento dei modelli economici basati esclusivamente sulla massimizzazione dei profitti. C’è un contesto nuovo ed è il modello dell’economia civile di mercato ciò a cui dobbiamo guardare”.
La teorizzazione dell’Economia Civile è avvenuta per la prima volta nel 1753 qui in Italia presso la facoltà di Napoli ad opera di Antonio Genovesi.
Oggi gli “imprenditori Civili” (ossia coloro che adottano nelle loro imprese le logiche dell’economia Civile”) sono quelli destinati ad avere più successo e a resistere sul mercato perchè sanno valorizzare tutte le persone coinvolte nel processo produttivo. “Un lavoratore non apporta solo le braccia ma anche il cuore”. E se si riesce a far capire a un lavoratore che il suo lavoro è prezioso anche per la collettività, il suo lavoro sarà più di qualità e andrà ad alimentare un circolo vizioso di buone pratiche.
Alla domanda provocatoria di Gianluca De Santis, Digital Marketing Strategist presso Camera di Commercio di Chieti Pescara, “allo stato attuale le imprese che adottano le logiche dell’economia Civile sono solo 400. Come potrà questa minoranza influire in maniera incisiva sull’economia mondiale?” Zamagni con molta semplicità ha risposto “la storia è piena di esempi di cosiddette “minoranze profetiche” ossia piccoli gruppi di persone che sono stati in grado di influire sulla storia dell’umanità. Un esempio è dato dai 12 apostoli di Gesù che hanno fatto conoscere Gesù e i suoi insegnamenti a tutto il mondo. E questo è un dato di fatto anche per i non credenti. Purtroppo non tutti ne parlano ma sul mercato la finanza etica (quindi non prettamente speculativa) influisce il 20% sul Pil nazionale. Inoltre la validità di logiche di Economia civile trovano sostegno anche nei nuovi modelli di organizzazione del personale dette “Olocratiche” che si contrappongono a quelle tayloriste. Il modello olocratico, nato nel 2007, riesce a valorizzare le potenzialità di ciascuno in una logica di lavoro di gruppo e di condivisione”.
Zamagni ha anche affrontato l’attualissimo e discusso tema del “reddito di cittadinanza”. “E’ sempre esistito e va bene se è visto come uno strumento di lotta alla povertà per quelle situazioni particolari di stato di impossibilità al lavoro, ma non è un valido strumento di manovra economica. Occorre un “lavoro di cittadinanza” perché il lavoro è fondativo della persona e dà dignità all’uomo. Bisogna creare posti di lavoro”. Rispondendo a un’altra domanda proveniente dal pubblico “ma come si può creare il lavoro di cittadinanza?” Zamagni ha risposto “tante sono le possibilità, basta guardarsi intorno e vedere i bisogni della società:
Quanto bisogno c’è di relazioni con le persone (assistenza anziani, mamme, bambini, persone sole eo con handicap) l’ambiente: ci si lamenta che viviamo in un posto inquinato ma cosa si fa per contrastare questo fenomeno i beni culturali: l’Italia detiene il più grande patrimonio artistico culturale al mondo ma quanto si fa per conservare, far conoscere questo bagaglio? La cosiddetta “economia arancione” ossia quella collegata alle arti creative (musica, teatro, arti figurative ecc). Noi siamo per natura un popolo creativo. Questi settori vanno visti non con una logica di assistenzialismo ma di risorse.