Atessa. Torna “Atessa in Jazz”, appuntamento dell’estate di Atessa (Ch) che quest’anno, in due serate, il 28 e 29 luglio, ospita alcuni tra gli artisti più apprezzati della scena jazzistica nazionale ed internazionale. La rassegna è organizzata dal Comune e diretta da Lorenzo Tucci. “Il jazz – dice Vincenzo Menna, assessore comunale ai Grandi eventi – fa parte della tradizione della città. Negli ultimi anni questa iniziativa era stata abbandonata: abbiamo voluto riprenderla e rilanciarla e la porteremo avanti”. I concerti si terranno in piazza Pietro Benedetti, alle 21.30, con ingresso gratuito.
Ad esibirsi sabato 28 luglio sarà Lorenzo Tucci, atessano doc, e romano d’adozione, con il suo trio “Sparkle. Lorenzo Tucci, uno dei batteristi più apprezzati nella scena jazzistica italiana ed internazionale, in questo progetto in trio, di cui è leader, decide di eseguire tutti “originals” di sua composizione più due omaggi a due compositori eleganti e sensibili, Pino Daniele e Sting.
I brani spaziano da atmosfere intimistiche e riflessive a ritmiche più complesse e articolate, senza perdere di vista l’importanza della melodia, che Tucci in questo progetto vuole esaltare.
Il trio, composto oltre che da Tucci, da Luca Mannutza al piano e Luca Fattorini al contrabbasso è molto attento a tutto quello che accade nel panorama musicale Internazionale, lasciandosi influenzare da tutte le varie forme e sonorità.
Tutto si fonde in uno stile di jazz moderno/contemporaneo, nel quale sia il pianista Luca Mannutza, partner stimatissimo da Tucci, sia il più giovane Luca Fattorini, nuovo talento del contrabbasso Italiano, sono a proprio agio, tessendo insieme al leader trame dal sapore nuovo, vivace, moderno, dando vita ad uno stile di jazz che ha ancora molto da dire.
Tucci è fra i batteristi italiani più richiesti. La sua ecletticità e l’enorme talento gli hanno permesso di diventare il partner immancabile di numerose star del Jazz e del Pop più raffinato.
Numerosi i suoi dischi di successo: Tranety, Touch, Drumonk, Lunar, Drumpet (solo per citarne alcuni) progetti in cui dimostra la capacità di esprimersi in formazioni molto diverse fra loro.
Tucci insieme a Fabrizio Bosso e Daniele Scannapieco è stato il fondatore degli High Five quintet considerata per anni la migliore formazione jazz italiana, al loro attivo sei CD tra cui un live registrato al Blue Note di Tokyo, uno dei templi del jazz mondiale.
Proprio con gli High Five quintet nel 2006 incidono “Handful of soul” con il crooner Mario Biondi, oltre 500,000 copie vendute in tutto il mondo.
Nonostante le prestigiose collaborazioni queste non hanno mai limitato Tucci dal ruolo di band leader realizzando progetti poliedrici, in cui l’artista esprime le sue capacità di compositore, arrangiatore e profondo conoscitore dell’universo jazz.
Negli anni ha collaborato con numerosi artisti del calibro di Phil Woods, Tony Scott, Ronnie Cuber, George Garzone, Mark Turner, Tim Warfield, Emmanuel Bex, Kirk Lightsey, George Cables, Joanne Brakeen, Fabrizio Bosso, Massimo Urbani, Danilo Rea, Enrico Pieranunzi, Enrico Rava, Flavio Boltro, Giovanni Tommaso, Mario Biondi, Max Ionata, Maurizio Giammarco, Karima, Stefano Di Battista, Dado Moroni, Rosario Giuliani, Daniele Scannapieco e molti altri.
Il 29 luglio sul palco Javier Girotto (sax) e Natalio Mangalavite (piano), musicisti dalla pluridecennale attività concertistica e didattica a livello internazionale. Ultimamente, dopo aver lavorato in trio con Peppe Servillo, si sono trovati di nuovo insieme per realizzare e produrre un disco in duo: Estándars (2017). La parola ‘estándar’ è l’equivalente spagnolo del termine ‘standard’, utilizzato in contesto anglofono per indicare composizioni jazz di grande successo che, interpretate ed incise innumerevoli volte, sono divenute brani di repertorio, riconosciuti come patrimonio musicale comune. In Argentina e in America Latina, parallelamente, con ‘estándar’ ci si riferisce ad un insieme di canzoni e temi tradizionali del folklore autoctono, dai generi più disparati: zamba (una danza in tre tempi, ma assai diversa dalla samba brasiliana), chacarera (un’altra danza argentina di coppia che si balla in gruppo), chamamé (un genere proprio dell’Argentina settentrionale, di lontana origine europea), milonga (tipica della regione del Rio de la Plata), tango e candombe (dalle radici africane). “Siamo entrambi argentini e proveniamo dalla stessa città: Cordoba- speigani i due musicisti -. Riproporre dunque in chiave jazzistica i ‘nostri’ standard ha significato per noi ripercorrere insieme alcune tappe fondamentali della nostra formazione e della nostra evoluzione artistica, partendo proprio dalle comuni origini ed esperienze. Con sole due eccezioni in realtà: il brano San Pedro en El Espinal, che è un tema classico colombiano, dedicato al nostro amico Alvaro Aterhotua e la celebre canzone di Armando Trovajoli Roma nun fa’ la stupida stasera, che rappresenta un omaggio alla nostra città di adozione, reinterpretato alla nostra maniera. La seduta di registrazione del disco è stata effettuata in studio con del pubblico presente nella stessa stanza di ripresa. Una sorta di live in studio, in stile ‘buona la prima’, per mantenere il carattere spontaneo e qualche ‘perfetta’ imprecisione”.