Pescara. Si terrà il prossimo 14 dicembre con inizio alle 18.00 presso la Sala degli Alambicchi dell’Aurum di Pescara, Largo Gardone Riviera, la presentazione del volume di Luisa Gasbarri “101 perché sulla storia dell’Abruzzo che non puoi non sapere” (Newton Compton, Roma).
Interverranno, oltre all’autrice, Paola Marchegiani, Assessore alla Tutela e alla Valorizzazione del Patrimonio culturale, Licio Di Biase, storico di Pescara e Antonio Bini, esperto del patrimonio culturale e del territorio. L’evento è patrocinato dal Comune di Pescara.
Il volume ripercorre dalla preistoria a oggi l’evoluzione della nostra regione – che compare suddivisa nelle sue quattro province – attraverso gli episodi meno noti e le curiosità culturali che hanno più agganci con l’epoca attuale.
Scorrevole e brillante, è lo strumento di indagine ideale per guidarci all’esplorazione di un Abruzzo spesso sconosciuto ai suoi stessi abitanti. Un territorio che ha dato contributi imprescindibili alla storia nazionale, vantando scoperte meravigliose dall’ambito gastronomico a quello letterario, retroscena turistici e zoologici, protagonisti che hanno esportato fuori dai confini dell’Italia i sensi più autentici e profondi dell’essere abruzzesi nel terzo millennio.
Chi ricorda quanto fu legata a questi luoghi Lucrezia Borgia, dolente regina delle più fosche trame politiche rinascimentali? O chi nomina ancora patrioti come Marrelli o i Delfico, partigiani quali Luisa Frani, santi coraggiosi alla stregua di Camillo e Cetteo, eroi mitici del calibro di Ercole e Achille, pensando al loro legame con l’Abruzzo più autentico? E se lo svelamento della nostra identità avesse a che vedere con i Giusti d’Abruzzo quanto con i famigerati lupari …?
Il volume precedente, “101 cose da fare in Abruzzo almeno una volta nella vita”, sempre scritto da Luisa Gasbarri, era incentrato sulle località più rappresentative della regione e pare essere stato assai gradito dagli abruzzesi e non solo. I luoghi che ci circondano e che più ci influenzano non lo fanno però soltanto attraverso la loro dimensione spaziale, ma anche attraverso la loro storia.
Ogni presente chiede infatti di essere compreso alla luce del passato che l’ha generato e del futuro che lo prolungherà. E per quanto ci si muova in un mondo globalizzato, cosmopolita, dinamico, le proprie radici contano sempre, soprattutto oggi che l’appartenenza delle giovani generazioni alle province di origine è tanto messa in discussione. Soprattutto se per rilanciare l’economia si scelga di valorizzare una risorsa importante come il turismo. E chissà che tra i 101 perché del libro, proprio i giovani non trovino quello giusto per sentirsi ancora parte di una regione che dopo i recenti avvenimenti, vedi scandali politici e terremoto, ha un forte bisogno di ritrovare se stessa.
Dalla quarta di copertina: “Situato al centro dell’Italia, in una posizione di confine, strategicamente delicata, l’Abruzzo è stato conteso da romani, goti, longobardi, saraceni, normanni, angioini, aragonesi, francesi, austriaci … Ci troviamo dunque davanti a una regione che ha parecchio da raccontare e ha vinto la sfida più importante: riuscire a conservare una sua ben distinta identità, quell’abruzzesità del cuore mantenutasi immutata persino in quanti si sono allontanati da tempo dai loro luoghi d’origine. Epiche dinastie, eroici episodi di resistenza, mitiche gesta di santi e briganti, parabole artistiche, colpi di scena, creazioni culinarie da guinness, avvistamenti e contatti extraterrestri: emergono di continuo sorprese e rivelazioni seguendo dalla preistoria al postmoderno la lunga avventura di una terra le cui province si rivelano ancora ai giorni nostri ben diverse e caratterizzate. Con un approccio lontano tanto da quello di un testo scolastico quanto da un’erudita monografia, questo libro prova a ripercorrerne la Storia in un’innovativa modalità random, affiancandola alla geografia, al folklore, al mito, all’antropologia, alle curiosità di un’attualità ormai divenuta cosmopolita. Per dimostrare quanto l’Abruzzo di oggi sia ancora figlio dell’Abruzzo di ieri”.