“È solo una coincidenza – si legge in una nota – ma significativa, che il premio assegnato a Claudio Piersanti cada nella ricorrenza dei suoi primi quarant’anni da scrittore. Il suo esordio nel 1981 fu ‘Casa di nessuno’: un titolo destinato presto a diventare proverbiale, coniato a contrasto e a complemento col leggendario Casa d’altri di Silvio D’Arzo. Hanno fatto seguito a quell’esordio, tra l’altro, ‘L’amore degli adulti’ (1989), ‘Gli sguardi cattivi della gente’ (1992), ‘Luisa e il silenzio’ (1997, premio Viareggio), ‘Il ritorno a casa di Enrico Metz’ (2006, premio selezione Campiello). Nel frattempo, Piersanti ha lavorato come apprezzato sceneggiatore.
“Adesso, a quaranta anni dall’esordio – sottolinea il professore Raffaele Manica – ‘Quel maledetto Vronskij’, che riaffronta, varia, modifica, approfondisce i temi cari a Piersanti: l’attesa, la scomparsa, i rapporti interpersonali, la solitudine, l’imprevisto. Scrittore dallo stile terso e denso, di nascoste ricchezze, Piersanti ha come propria distinta capacità una misura naturale, un punto di equilibrio che, con disperata saggezza, si apre alle passioni e le analizza come da lontano, ma, in realtà, con la conoscenza chi ha viaggiato a lungo in loro compagnia”.