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Mappa cervello (fNIRS), università L’Aquila in evidenza grazie a Marco Ferrari

L’Aquila. La prestigiosa rivista scientifica internazionale NeuroImage dedicherà il fascicolo di gennaio 2014 ai primi venti anni della spettroscopia funzionale nel vicino infrarosso (functional near infrared spectroscopy, fNIRS), una tecnica ottica non invasiva di imaging dell’attivazione della corteccia cerebrale. Il mappaggio funzionale del cervello dell’uomo (human brain mapping) con la tecnica fNIRS è un’attività di ricerca di base e clinica molto promettente (oltre 200 articoli sono stati pubblicati nel 2012).

Questa tecnica, sfruttando le caratteristiche dell’interazione della luce con i tessuti, consente di monitorare lo stato di ossigenazione dell’emoglobina (la proteina del globulo rosso che trasporta ossigeno) nelle aree della corteccia cerebrale selettivamente attivate da stimoli cognitivi, visivi e motori di diversa complessità. La tecnica fNIRS può essere utilizzata in un ambiente naturale, al letto del paziente ed anche su soggetti non collaborativi (per esempio i bambini). Marco Ferrari, Ordinario di Biochimica presso il Dipartimento di Medicina Clinica, Sanità Pubblica, Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università degli Studi dell’Aquila, è uno dei pionieri della fNIRS e lavora all’Ateneo dal 1988 in collaborazione con diversi gruppi internazionali. Ferrari, in collaborazione con il Professor Boas dell’Harvard Medical School di Boston, il Professor Elwell dell’University College di Londra e il Professor Taga dell’Università di Tokyo, ha curato la preparazione di questo fascicolo, che include 58 articoli sulle diverse applicazioni della tecnica in Neurologia, Neuroriabilitazione, Psichiatria e Scienze Cognitive. 

La Direttrice Maria Grazia Cifone ha espresso “grande soddisfazione e orgoglio nei confronti dell’importante traguardo raggiunto nel campo della Spettroscopia Funzionale nel vicino infrarosso grazie ai rilevanti contributi scientifici del gruppo di ricerca coordinato dal Professor Marco Ferrari, la cui valenza internazionale rappresenta un chiaro indicatore dell’importanza della tecnica descritta e delle sue molteplici applicazioni cliniche”.