Francavilla al Mare. Si terrà presso la Sala Ovale di Palazzo Sirena di Francavilla, dal 12 al 19 agosto, la mostra personale dell’artista Carla Cerbaso.
L’inaugurazione è prevista per martedì 13 agosto alle 21.30, con l’intervento del critico Massimo Pasqualone, curatore della mostra e del catalogo, che così scrive presentando l’artista: “L’assunto fondamentale della ricerca artistica di Carla Cerbaso è costituito da un duplice dimensione onirica e mnemonica, ricerca che si manifesta sia nell’aspetto pittorico che in quello delle sculture.Nelle opere pittoriche assistiamo infatti ad una decisa frammentazione spazio-cromatica, che porta ad una visione-condivisione del frammento, ad una rinnovata possibilità di capire le fragilità dell’anima come impedimento stesso dell’essere. Sovente si tratta di processi metamorfici, i quali si uniscono alle riflessioni oniriche per dare vita ad uno straordinario effetto plastico che supera le costrizioni del quotidiano, probabilmente alla ricerca di una libertà che l’artista sa essere lontana, sa essere solo alla portata di visi che emergono dal serbatoio dei ricordi, che alla fine si trasformano in intuizioni psichiche legate alla capacità, forse tutta e solo femminile, di definire lo scenario dell’esistenza. Già, lo sguardo al femminile, gli sguardi femminili, sono la cifra stilistica della produzione di Carla Cerbaso, con questi volti che si meravigliano di osservare il reale, si stupiscono, e forse nel contempo soffrono, di fronte al paesaggio che è sempre e comunque luogo dell’anima, di fronte alla voce del tempo che sembra irretire le figure protagoniste delle sue opere, di fronte alla vita, che la donna albero, attraverso un complesso processo di assimilazione panica, assorbe ed interiorizza. Ed ecco allora estroiettazioni di magma psichico, dove il colore domina incontrastato in una finta dimensione fenomenica che altro non è che il luogo della coscienza, seppure mimetizzato, come già detto, nel paesaggio, ermeneutica efficace dei meandri della società postmoderna, dove la fine delle narrazioni produce la necessità di una reinterpretazione dell’esistente che solo l’arte può, sa e deve dare, partendo dall’assunto che la vita è mistero, che la realtà può essere indagata solo svelando e superando la superficie sempre ingannevole delle cose. L’itinerarium di Carla Cerbaso dice tutto questo, dice la ricerca di uno spiraglio sul segreto delle cose, dice la dissoluzione del sogno alla luce della cruda realtà, dice un’arte che, per Montale, indaga, accorda, disunisce per cambiare una condizione esistenziale di noia e di tristezza, condizione che pervade la nostra società postmoderna”.