Chi non ha mai assaggiato il mitico tacchino alla canzanese? Io personalmente ne vado matta. Una pietanza senza dubbio dalla lunga preparazione, ma dal successo davvero assicurato. Ne sapeva qualcosa l’equipaggio dell’Apollo 11. Eh si, non è una battuta. Si racconta, infatti, che questo piatto fu tra le provviste della prima spedizione sulla luna, comandata dal celebre Armstrong, perché considerato un cibo molto nutritivo, saporito e facile a lunga conservazione.
Ingredienti (per 6 persone):
un tacchino di circa 6 chili
3 foglie di alloro
Un ramo di rosmarino
Sale
Pepe (a granelli)
Preparazione:
Dissossare senza sventralo il tacchino, togliendo solo le budella e il ventriglio. Mettere il magro in acqua fredda e tenerlo per almeno due ore. Toglierlo quindi dall’acqua e sistemarlo su un panno pulito, allargarlo, salarlo e peparlo, inserendo una foglia di alloro.
Tagliare a pezzetti uno spicchio d’aglio e gettarlo sul tacchino. Unire poi le altre due ofglie di alloro e il rosmarino.
Richiudere il tutto e cucire i lembi con ago e filo in modo che non si apra durante la cottura. Preparare una pentola di acqua bollente e versare il contenuto sul tacchino, che nel frattempo avrete già messo in una pentola (possibilmente smaltata) della grandezza adeguata.
Aggiungere gli ossi dopo averli pestati. È opportuno che, per una buona gelatina, si utilizzino ossa (o nervi) e ginocchio di vitello.
Mettere al forno e tenere per circa 5 ore, senza girare spesso. A cottura ultimata sistemare il tacchino in un tegame e togliere il filo. Passare il sugo rimasto nel tegame in un passino, sgrassarlo e lasciarlo gelare insieme al tacchino.