Chieti. Grandi fotografie in bianco e nero, fotografie di uomini e donne provenienti dall’Africa, dai paesi dell’Est, dal Sud del mondo. Mentre pregano, mentre lavorano, mentre guardano diritte e sicure l’obiettivo. E poi tempere a colori vivaci: anche qui donne e uomini, gli stessi personaggi delle foto reinterpretati con l’occhio e la mano di un pittore. Emozioni ieri nelle sale del Museo archeologico nazionale La Civitella davanti alle opere realizzate da Mauro Vitale, fotografo, e da Carlo Di Camillo, pittore, e che resteranno in mostra fino al 21 luglio. Venti fotografie e dieci quadri per aiutare a riflettere, a conoscere e meglio comprendere un oggi che a volte affrontiamo senza capire, perché completamente diverso da come lo avevamo immaginato. Per capire il nostro presente e prendere atto delle tante comunità che da tempo sono parte del nostro contesto sociale.
Una mostra “positiva”, che ha per protagonisti quei cittadini stranieri che negli anni sono riusciti a integrarsi nel tessuto locale, immortalati nei luoghi più suggestivi della città di Chieti
La mostra, ideata e realizzata dall’associazione Voci di dentro, è stata aperta ufficialmente ieri dalla direttrice del Polo Museale dell’Abruzzo Lucia Arbace e dal sindaco di Chieti Umberto di Primio.
“In questi lavori, nei quadri di Di Camillo e nelle fotografie di Vitale c’è una specie di avvicinamento – ha sottolineato la dottoressa Arbace – ecco che questo museo diventa un luogo di aggregazione per tutti i cittadini, per i teatini doc e per i cittadini di tutti i paesi. Questi concetti, questi valori fanno diventare importante questa mostra che inauguro oggi con grande piacere e che apre le iniziative estive alla Civitella”.
“Inauguro diverse mostre, partecipo a diverse iniziative, ma qui scendendo le scale ho colto subito la differenza – ha aggiunto il sindaco Di Primio – ho visto subito la forza di questa iniziativa e la grande capacità e le emozioni che mi hanno dato le fotografie e i quadri esposti. C’è un filo rosso che lega i lavori esposti, io lo interpreto come il filo della vita, una vita fatta di sofferenze ma anche di gioie, che è la vita di persone capaci di essere protagoniste , di attraversare le sfide più difficili. Ecco alla fine questa mostra ci conduce alla serenità, frutto della partecipazione e dell’integrazione”.
Francesco Lo Piccolo, presidente di Voci di dentro, ha concluso: “Qui sono ritratte persone; il filo rosso alle pareti che lega un quadro all’altro quadro è il filo che unisce, che fa operare assieme, che aiuta a superare ostacoli e difficoltà. E un percorso obbligato per vincere incomprensioni e disagio. Questa è la missione di Voci di dentro, questo è il significato di questa mostra, nella consapevolezza che siamo solo all’inizio di un domani da affrontare e condividere con altre culture e altre tradizioni. Un futuro di diversa normalità con genti diverse. Un futuro colorato”.