Ha sempre sottolineato di essere un autodidatta perché non ha frequentato corsi o master specifici.
Ma la sua straordinaria preparazione se l’è guadagnata sul campo, grazie alla sua immensa passione per la paleontologia, la scienza, la ricerca, per le conchiglie, per tutto ciò che appartiene ad una storia datata milioni di anni.
Dante Di Pompeo, giuliese verace, è un malacologo, ovvero un esperto di conchiglie, che siano fossili oppure tuttora presenti nei nostri mari. Ed è attratto anche da tutto ciò che è di misterioso, come ad esempio gli Ufo. E non nasconde di aver assistito a fenomeni inspiegabili. Ha una collezione privata di conchiglie e di fossili. Il Comune anni fa propose di creare un museo malacologico consentendo ai cittadini e ai visitatori di poter ammirare il patrimonio in possesso di Dante Di Pompeo. Ma non se ne fece nulla.
I suoi reperti li custodisce gelosamente nel fondaco della sua abitazione che ha trasformato in laboratorio. Tra le sue tante scoperte un cranio di ominide, rinvenuto quasi dieci anni fa alla foce del torrente Salinello e risalente a circa 2milioni di anni fa.
Ma ciò che lo ha portato alla ribalta delle cronache nazionali, sino ad essere citato dalle più autorevoli riviste scientifiche come quella della Società Italiana di Malacologia (SIM), è stata la scoperta non più di 4 anni e mezzo fa di una conchiglia che sembrava non essere presente nel mare Adriatico Centrale, la Idas Cristiani, un mollusco bivalve appartenente alla famiglia dei mitili considerato peraltro molto raro.
Di Pompeo l’ha trovata, era all’interno delle fessure di un tronco che era stato ripescato da un’imbarcazione a strascico. Una scoperta che ha letteralmente modificato la mappa dei molluschi bivalvi presenti nel Mediterraneo, perché si pensava che la Idas Cristiani non potesse vivere sui fondali bassi dell’Adriatico.
Dante Di Pompeo è riuscito anche ad individuare tra gli scogli naturali utilizzati per la realizzazione del porto anche un’impronta di dinosauro.
Eppure basterebbe davvero attrezzare dei locali, magari al Lido, trasformandoli in un museo malacologico per permettere a tutti di ammirare le eccezionali scoperte di questo personaggio, rimasto umile e dalle meravigliose doti umane.