Il tema che sarà affrontato, realizzato in occasione del training tour in Italia dei docenti di diverse università balcaniche coinvolti nel progetto Tempus CHTMBAL ed aperto a tutti gli studenti e docenti interessati dell’università e delle scuole superiori, è di primaria importanza nelle vicende dell’archeologia del XX e XXI secolo. Questa disciplina, infatti, con le sue indagini sul terreno, il suo tradizionale taglio topografico, il contatto con le popolazioni indigene, ha potuto fornire informazioni preziose alla progettazione e allo svolgimento di campagne militari. Il XX secolo è pieno di figure, spesso molto affascinanti, di archeologi-spie (ricordiamo Lawrence D’Arabia e Moshé Dayan). La stretta dipendenza delle missioni archeologiche dai finanziamenti dei propri paesi d’origine ha generato un ambiguo intreccio fra regimi politici e ricerche archeologiche (ad esempio in Albania e Libia). D’altra parte, è sempre più evidente che il patrimonio culturale, in particolare quello archeologico ed artistico, è un elemento costitutivo dell’identità nazionale. Come tale esso è usato di volta in volta enfatizzandolo nel linguaggio della politica o distruggendolo per eliminare i segni tangibili di quell’identità. Ciò avviene sia fisicamente (basti pensare ai casi clamorosi dei Buddha in Afghanistan o alle chiese ortodosse e cattoliche in molte parti del Mediterraneo), sia rimuovendo culturalmente intere fasi di civiltà ritenute estranee, ad
esempio nei libri di testo delle scuole. La ricerca archeologica italiana nel Mediterraneo ha vissuto tutte queste contraddizioni ed al tempo stesso è stata ed è ancora protagonista nella cooperazione internazionale allo sviluppo, non solo con una coraggiosa opera di salvaguardia e recupero del patrimonio archeologico messo a serio rischio sia dalle guerre sia dal consumo urbanistico del territorio, ma anche con una continua e scrupolosa attività di formazione della coscienza civile, della consapevolezza e del rispetto del ruolo della memoria nella costruzione della pacifica convivenza fra i popoli. Il Workshop propone, nello specifico, una riflessione su tematiche e concetti chiave, da parte di docenti ed allievi non solo dell’Università “G. D’Annunzio”, ma anche degli altri atenei partners del progetto. Proprio per il suo valore morale e civile è aperto agli studenti delle scuole superiori della nostra
regione. All’incontro parteciperà, fra gli altri, l’on. Prof. Neritan Ceka, già presidente del Parlamento albanese e Ministro degli Interni negli anni della transizione alla democrazia, attualmente Consigliere del Primo Ministro per la Tutela e Valorizzazione del Patrimonio Culturale. Per gli studenti UDA la partecipazione al convegno permetterà l’acquisizione di crediti formativi universitari (CFU).