Da dodici anni le Nazioni Unite invitano le nazioni membri a dedicare questo giorno a espletare le raccomandazioni raggiunte con l’Assemblea generale e alla promozione di attività concrete all’interno dei loro Paesi.
Quest’anno, in effetti, l’argomento su cui avviare la riflessione riguarda la questione delle acque reflue, ovvero quelle contaminate da attività domestiche, industriali e agricole, che vanno ridotte, depurate e riutilizzate, secondo quanto prescrive l’obiettivo sostenibile 6.3 dell’Onu: “migliorare entro il 2030 la qualità dell’acqua eliminando le discariche, riducendo l’inquinamento e il rilascio di prodotti chimici e scorie pericolose, dimezzando la quantità di acque reflue non trattate e aumentando considerevolmente il riciclaggio e il reimpiego sicuro a livello globale”.
Ciò che ci preme ricordare, dunque, è che l’AMP è un tecnico. Così come appare utile ricordare che i problemi lungo il tratto di spiaggia e di mare dell’AMP, possono essere segnalati da tutti, compresi quelli che appartengono a partiti e movimenti. Anzi crediamo che avvisare le autorità competenti sia un dovere civico. Da parte nostra si continuerà a fare il massimo per cercare di arginare le problematiche legate alla depurazione e al controllo delle acque provenienti dall’entroterra di cui (è meglio ripeterlo) l’AMP è vittima e non causa.