E’ quello che ha detto Roberta Papponetti sulla sua mostra personale di pittura intitolata “Le Emozioni Cromatiche”, curata dal porf. Massimo Pasqualone, che si sta svolgendo alla Sala Ovale del Centro Congressi del Palazzo Sirena di Francavilla al Mare. La mostra è stata inaugurata lo scorso 21 dicembre e si terrà fino al prossimo sabato 31 dicembre e fino a questo momento è stata molto visitata.
Roberta Papponetti, nata e residente a Francavilla, e sin da giovanissima ha mostrato un profondo interesse per l’arte in genere fino a diventare una vera passione, una ricerca continua verso le innovazioni stilistiche. Ha partecipato a diversi premi e mostre tra cui una collettiva di pittura abruzzese organizzata dal Dopolavoro ferroviario di Pescara tra il 1991 ed il 1998, una mostra collettiva a Torino nel 1993, nel 1996 e 1997 è stata invitata alla mostra collettiva presso il Centro Congressi Duca degli Abruzzi de L’Aquila. Inoltre ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti. Inoltre quest’anno ha partecipato alla mostra itinerante Città di Pretoro, dove ha realizzato la sua prima personale e le sue opere vengono esposte nel periodo estivo al Parmigianino “Art Caffè”.
“La cifra stilistica di Roberta Papponetti – ha scritto il prof. Massimo Pasqualone nel catalogo della mostra da lui curato – è caratterizzata da una continua ricerca zetetica ed ermeneutica, alla luce dell’insegnamento socratico-platonico secondo cui una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta. La ricerca è innanzitutto, come può ben vedere il fruitore del suo percorso artistico: fin dal 1990, anno di inizio dell’attività pittorica vera e propria, la pittrice ha ricercato, attraverso esplosioni cromatiche di notevole valenza, la strada più adeguata per estro iettare sulla tela, a volte sul vetro o legno, le emozioni, i sentimenti, a volte le delusioni, le gioie e finanche le speranze, che ogni artista sa, in modo così delicato, manifestare. L’attenzione ai maestri del passato Gauguin, van Gogh, Pissarro, in primis, viene invece introiettata in modo da creare uno stile personalissimo, dominato dal paesaggio, sia esso montano o marino, cittadino o legato a simboli e momenti della giovinezza, come il mare, montalianamente legato alla vita, o i trabocchi, la macchina da poesia tanto apprezzata da D’Annunzio, la cui eco profonda è presente su numerose opere (basti pensare alla Sera Fiesolana). Luoghi geografici, ma innanzitutto dell’anima, un’anima inquieta, quella degli artisti in genere, che cerca la pace nella pace della natura, che vive con colori e pennelli il sentimento panico di adesione al tutto. A volte domina nell’opera di Robert Papponetti la dimensione onirica, quel sogno che ci permette sovente di comprendere l’incomprensibile, di suggerire il mistero che è la vita attraverso rapidi cenni cromatici che ci riporta ai tanto amati impressionisti. Ecco allora il prezioso cammino di questa artista, tesa tra la sensucht romantica che la porta a varcare l’infinito attraverso la finitudine delle cose e un deciso impatto emotivo con la realtà che la pervade, la coinvolge, la motiva verso una decriptazione dell’esistente che si manifesta nei luoghi del vissuto quotidiano (l’opera La notte è quanto mai chiara su questo versante). Ogni tanto emergono particolari visioni, si evidenziano figure femminili, dal serbatoio dei ricordi compaiono mulini a vento, fari, trabocchi, parte d’ingresso che l’artista propone al fruitore della sua opera d’arte come proposta di un comune sentire le cose del mondo: è qui che Roberta Papponetti evidenzia la sua capacità attrattiva ed interpretativa al tempo stesso. È qui che l’arte assolve la sua funzione essenziale”.
Francesco Rapino