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Pescara ricorda Gabriele D’Annunzio

Pescara. Moriva il primo marzo di 79 anni fa Gabriele D’Annunzio, a causa di un’emorragia cerebrale che lo colse nella sua residenza di Gardone Riviera, mentre era chino sul suo scrittorio con un libro aperto davanti.

Una morte non meno ‘straordinaria’ della sua vita, iniziata proprio qui, nella città di Pescara, che nel 1863 ha dato i natali ad uno dei più grandi geni della letteratura; genio perché D’Annunzio fin da bambino aveva manifestato precoci doti intellettuali; e poi perché non fu solo poeta, cronista scrittore: fu paroliere, ossia inventore di neologismi tutt’ora in uso nella lingua italiana.

La città di Pescara lo ricorda con le parole dell’assessore Paola Marchegiani:

“E’ stato di certo il più grande cittadino che Pescara abbia mai avuto. Oggi ne commemoriamo la morte; ma vorrei notare che il Poeta è riuscito nel suo intento più ardito: quello di essere immortale. Con le sue opere e con le sue “pietre”, ossia la ristrutturazione della sua casa natale a Pescara e la creazione del sontuoso Vittoriale degli Italiani a Gardone, ha conquistato non solo i suoi contemporanei, ma anche i posteri”.

“Profeta come tutti i grandi artisti, Gabriele d’Annunzio preannunciò che la sua opera sarebbe stata compresa a fondo solo dopo 70 anni dalla sua morte. Ancora oggi infatti, si scoprono aspetti sorprendenti della sua vita e dei suoi scritti che ce lo rendono non solo attuale, ma addirittura caro al nostro spirito. Le sue opere sono studiate in tutte le università del mondo e in Italia sta uscendo l’edizione critica dell’Opera Omnia”.

D’Annunzio ha compiuto i suoi studi universitari a Roma, ha soggiornato a lungo a Parigi e ha terminato la sua vita a Gardone Riviera; ma l’amore che nutriva per la sua terra lo ha accompagnato sempre; a testimoniarlo, non solo le tante opere dedicate a Pescara e l’Abruzzo, ma anche una piccola, indicativa curiosità: più fonti sono concordi nell’affermare che D’Annunzio, quando era in compagnia di amici, amava parlare in dialetto stretto.