“Questo libro – ha spiegato Roberto Alfatti Appetiti – è un lavoro che è stato fatto nel tempo. Un ringraziamento va alla Fondazione Cantiere Abruzzo. La lettura è ricca di contenuti. Con questo testo volevamo rendere omaggio agli sconfitti, ai briganti. I briganti non volevano rassegnarsi ad una unificazione che veniva imposta dall’alto e alla quale non erano pronti. Pensavamo di dare un taglio particolare a questa storia incentrandola sull’Abruzzo. Il Meridione aveva tutta una serie di ricchezze che spesso sono state soppiantate. Vogliamo che ci sia una consapevolezza maggiore nei confronti della nostra storia e di quello che siamo”.
“Sono soddisfatto di essere qui questa sera – ha rimarcato l’assessore regionale alla Cultura, Luigi De Fanis – con questo testo si vuole far capire la realtà del Sud che ha subito delle violenze. C’è una figura bellissima che è Civitella del Tronto che può significare un’opposizione alle truppe del Regno Borbonico. Devo dire che a queste bande di briganti che rappresentavano le due Sicilie, mancava un capo. Ringrazio Fabrizio e Piero per questa eredità”.
“Purtroppo in Italia la storia è molto caratterizzata dalla politica – ha aggiunto il sen. Fabrizio Di Stefano – in molti periodi ad esempio non si capisce bene cosa sia successo e se si riconoscono degli errori, si dovrebbe andare a riprendere un po’ tutto. Questo non è un discorso campato in aria. Per noi l’unità nazinale è un valore assoluto che va al di sopra di ogni cosa. Però si deve anche vedere quando nasce questo periodo di unità. Quando c’è stata l’Unità d’Italia, i due terzi dell’Italia era rappresentata dal Regno delle due Sicilie. Con il passare del tempo c’è stato un allontanamento delle condizioni sociali tra Nord e Sud dovuto anche a nostre colpe. Noi veniamo da una grande storia e da una grande identità che dura da tre milioni di euro ed abbiamo avuto l’influenza dell’ellenismo. Siamo riusciti a combattere le varie invasioni grazie alla nostra cultura, allora dobbiamo puntare sulla nostra identità che è la nostra carta vincente del terzo millennio. Il nostro bagaglio rappresenta un punto di forza”.
“Ringrazio Fabrizio Di Stefano – ha concluso Piero Carducci – per avermi dato l’opportunità di fare questo lavoro. L’intuizione geniale di Fabrizio è stata quella di riscrivere la storia dell’Unità d’Italia e del Mezzogiorno in modo diverso. La storia del Mezzogiorno è proprio difficile scriverla. Non solo si è scritta una storia falsa, ma si sono anche distrutte le fonti. Dietro c’è un lavoro d’archivio enorme. C’è un pezzo della storia d’Italia che è ancora da esplorare. Essendoci delle informazioni false e delle fonti distrutte, ci sono delle storie che non rendono all’urto della verifica”.
Francesco Rapino