Edito da “Leonardo Nodari Editore”, il libro è un racconto autobiografico, con passaggi di straordinaria autoironia. Nel corso della presentazione della sua opera, D’Amore ha raccontato alcuni aneddoti della sua giovinezza, chiamando in causa anche il fratello Pierfrancesco, di 4 anni più giovane, a cui da ragazzini, toglieva porzioni di cibo per mangiare tutto lui.
Un libro che si lascia leggere, che parla anche dell’ipocrisia di una società magra “nella quale se sei ciccione tutti si sentono sempre in dovere di dirtelo”.
Non ha nascosto neppure le sue esperienze legate al tentativo di dimagrire, scoprendo poi che gli venivano propinate anfetamine. E poi le sue esperienze con l’altro sesso.
Un libro, insomma, che spazia tra il serio e gli aspetti ironici di una vita in sovrappeso ma che ha regalato al giornalismo abruzzese un talento dalla penna pungente, un cronista come pochi, un menestrello cantastorie di spezzoni di quotidianità.