Francavilla, al MuMi presentato il testo ‘Bellezza e crudeltà’

Francavilla al Mare. Nei giorni scorsi, al Museo Michetti di Francavilla, si è svolta la presentazione del romanzo “Bellezza e Crudeltà” di Attilio A. Ortolano (Edizioni La Gru).

 L’incontro, avvenuto all’interno delle attività dell’Università della Libera Età, è stato presentato da Massimo Pasqualone, critico d’arte e letterario, poeta, giornalista e docente presso l’Università d’Annunzio. A fare da moderatrice Maria Luisa Marini (pittrice, attrice, membro del CdA del Palazzo Farnese).

 Il romanzo narra la battaglia di un intellettuale che nel 2112 si trova a lottare contro il sistema in una società distopica, in cui lo Stato censura arte e pensiero, internando e deportando gli intellettuali. Il protagonista decide di combattere la sua battaglia personale e sentimentale e, per farlo, pagherà un prezzo molto alto.

 “Per me è un onore poter presentare il mio testo in un Museo prestigioso come questo – ha detto Attilio Alessandro Ortolano – un Museo che ospita le tele di Francesco Paolo Michetti che è uno degli artisti più grandi e conosciuti d’Abruzzo. I nostri artisti ci fanno onore in Italia, ma anche in tutto il mondo. Io sono un appassionato di letteratura perché per me la letteratura è una sorta di specchio per le persone. In verità il compito di tutte le forme d’arte credo sia trasmettere emozioni, quelle che fanno vivere la vita vera. L’arte ci dice che non siamo soli. Che ognuno di noi ha un messaggio per le altre persone. Nel libro apparentemente c’è un’interpretazione negativa del futuro ma in realtà mi interessava instillare nelle coscienze delle persone un monito al cambiamento. Per migliorarci. Ogni persona deve tendere veramente ad elevarsi e a migliorarsi ed entrare in armonia con gli altri. Rispetto alla tua domanda su quanto sia importante la cultura in Italia o nella società, credo che debba essere alla base di ogni persona che vuole essere libera, e voglia partecipare alla vita a partire dalle radici. Noi siamo come gli alberi. Quelli che hanno radici più profonde sono quelli che tendono più verso l’alto. Le radici dell’uomo sono l’amore e l’umiltà. Il bello della cultura è che ci svela queste radici, queste possibilità. Riguardo al concorso Vittoriano Esposito di Celano, dove sono stato premiato come miglior autore abruzzese, non ho molto da dire, mi sento ancora un principiante in questo campo. Però vorrei dedicarlo a due persone in particolare, ad una donna importante, Angela, che mi ha svelato il gioco della letteratura, e a Massimiliano Mistri, il mio editore, il primo ad aver scommesso su di me. Grazie ad entrambi”.

Francesco Rapino

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