Sorto nel 1200 e di proprietà, fino all’acquisto, della famiglia Savini, Palazzo Melatino ospiterà da oggi gli uffici della Fondazione ed alcune importanti collezioni, tra le quali spiccano le eccellenze delle ceramiche di Castelli. Ai loro piedi, i ritrovamenti archeologici a vista dei reperti romani ritrovati durante le prime fasi del restauro.
Sono stati proprio tali ritrovamenti ad indurre i responsabili dei lavori a ripensare completamente gli interventi che avrebbero ridato vita a Palazzo Melatino. Il risultato è una struttura signorile che oggi nasconde in sé due anime, quella romana e quella medievale.
Caratteristica peculiare degli storici edifici teramani, il binomio di architetture richiama anche il significato che, per la Fondazione Tercas, Palazzo Melatino assume agli occhi della città. Come sottolineato anche dal presidente Mario Nuzzo durante l’inaugurazione, la struttura è, infatti, simbolo del connubio tra la Fondazione e i teramani, ma anche fra la banca nostrana e le istituzioni, da sempre vicine alle iniziative culturali e non promosse dalla Fondazione Tercas.
Lo stesso sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, ha commentato l’importante traguardo raggiunto come una delle tappe di quel percorso culturale che vede Fondazione e Comune in prima linea. Un processo che Brucchi ha definito come “un contenitore vuoto che pian piano si va riempiendo” e che vuole rendere onore ad un passato che pervade il centro storico sotto ogni punto di vista.
Tania Di Simone