Nessuno sconto di pena nei confronti di chi ha ucciso l’aquilano Luca Pulsoni. Il tribunale di primo grado si è pronunciato nelle scorse ore
Lo ha ucciso per sbaglio, ma per i giudici è stato omicidio colposo. Si è concluso con una condanna il processo nei confronti di Francesco Nacca, il 28enne casertano finito in tribunale dopo la morte dell’aquilano Luca Pulsoni. Quest’ultimo ha perso la vita durante una battuta di caccia ormai cinque anni fa.
E in questo 14 gennaio la sentenza che ha visto condannato il suo amico per omicidio colposo. Una sentenza che chiude il primo cerchio sulla tragica vicenda. Ora nei prossimi giorni i legali dell’accusato vedranno le motivazioni e decideranno se ricorrere o no in secondo grado.
Era il 12 gennaio 2020 quando Luca Pulsoni, un finanziere aquilano di stanza a Vibo Valentia, aveva deciso di andare a fare una battuta di caccia insieme ad alcuni amici e tra loro c’era anche Francesco Nacca. Ad un certo punto, però, dal fucile di quest’ultimo esplode un proiettile che colpisce in pieno l’abruzzese. I soccorsi sono stati quasi immediati, ma ormai non c’era più niente da fare. Il personale sanitario ha potuto constatare solo il decesso.
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L’amico non ha mai negato la responsabilità di aver sparato, ma si è sempre difeso ribadendo che Pulsoni è sbucato all’improvviso da un cespuglio mentre lui stava sparando per uccidere un cinghiale. Una versione che però non è mai stata confermata da testimoni e la quale non ha convinto pienamente gli inquirenti per arrivare ad una chiara assoluzione. Da sottolineare anche che i familiari dell’aquilano hanno sempre ribadito che con i soccorsi immediati l’uomo si sarebbe potuto salvare. Infatti, stando alla ricostruzione il personale sanitario è arrivato solo un’ora dopo il ferimento.
Questo ha portato il tribunale di Vibo Valentia a condannare ad un anno e otto mesi con la condizionale il casertano Nacca. Ora si attendono le motivazioni per capire se presentare ricorso in secondo grado.
Quanto successo in Calabria nel 2020 non è sicuramente la prima o l’ultima tragedia simile. Durante le battute di caccia molte volte, nonostante i continui appelli a prestare la massima attenzione da parte degli esperti, succedono drammi come quello di Vibo Valentia. Per questo motivo il consiglio è sempre quello da una parte di aprire il fuoco quando si è sicuro che non c’è nessuna persona vicina e dall’altra di evitare movimenti repentini che possono costare la vita.