HomeScioperi e proteste, Italia in tilt: “Sarà una settimana di passione”
Cronaca
Scioperi e proteste, Italia in tilt: “Sarà una settimana di passione”
Caos tra scioperi e proteste: saranno dieci giorni di agitazioni e dibattiti aperti tra trasporti, sanità e settori pubblici
Si apre un periodo caldo sul fronte sindacale. Dal 20 al 29 novembre, si preannunciano mobilitazioni che toccheranno trasporti, sanità e servizi pubblici, con inevitabili disagi per cittadini e lavoratori.
Il primo stop è fissato per il 23 novembre, quando alcune sigle sindacali del personale ferroviario si fermeranno per 24 ore, a partire dalle 21. Disagi previsti sia per i pendolari sia per l’alta velocità.
Il cuore delle proteste, però, arriverà il 29 novembre, con lo sciopero generale proclamato da CGIL e UIL contro la manovra economica del Governo. Sarà coinvolta la maggior parte dei settori, pubblici e privati, ad eccezione delle ferrovie. Questa esclusione segue l’invito della Commissione di garanzia a risparmiare trasporti, sanità e giustizia, ma i sindacati confermano il blocco per tutti gli altri ambiti.
Intanto, mercoledì 20 novembre, saranno i medici a incrociare le braccia. Circa 50.000 professionisti del settore sanitario garantiranno solo le emergenze e l’assistenza in pronto soccorso, mentre le cure ordinarie saranno sospese.
Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, è intervenuto duramente sul tema: “Se tornerà lo sciopero selvaggio, come l’ultima volta, senza fasce di garanzia e rovinando la giornata a milioni di italiani, interverrò direttamente, come la legge mi consente di fare”. Salvini ha definito l’esclusione delle ferrovie uno “step positivo” ma ha ribadito l’importanza di garantire diritti fondamentali come salute, lavoro e studio.
Sciopero dei treni e servizi essenziali
Anche il Garante per gli scioperi ha alzato il tono, richiamando le organizzazioni alla regola della «rarefazione oggettiva», che impone almeno 10 giorni di distanza tra agitazioni nello stesso settore. Una richiesta che CGIL e UIL hanno deciso di non accogliere completamente: “Ridurre la portata dello sciopero generale significa comprimere i diritti costituzionali dei lavoratori”, scrivono i segretari Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri.
Lo sciopero dei medici è stato indetto per chiedere maggiori tutele e riconoscimenti professionali. Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao-Assomed, ha spiegato: “L’agitazione è un atto per ridare dignità al nostro lavoro. Garantiremo i servizi d’urgenza, ma molte cure ordinarie saranno sospese”.
Non tutti, però, sono d’accordo. Matteo Bassetti, direttore delle Malattie infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, si è detto contrario: “Io non sciopererò. Siamo professionisti della salute, non operai. Lo sciopero danneggia i pazienti. Inoltre, i problemi di oggi sono il frutto di errori commessi negli ultimi 20-25 anni. Dobbiamo puntare sul merito, non su proteste generiche”.
Le prossime settimane saranno decisive per capire l’impatto delle mobilitazioni. Di sicuro sarà una settimana (abbondante) di passione.