Con l’arrivo dell’inverno, arriva anche l’autorizzazione da parte dei comuni di accendere i riscaldamenti le cui future bollette saranno destinate a un deciso rincaro
Anche se siamo sicuramente spiazzati da queste temperature non proprio al passo con il calendario, visto il clima decisamente più mite rispetto alle media stagionale a cavallo tra novembre e dicembre, abbiamo decisamente apprezzato però la mancanza di necessità di accendere il riscaldamento nelle nostre case. Considerando i tempi e l’andamento del prezzo del combustibile, un vantaggio non da poco per le tasche di tutti gli italiani.
Suona come un campanello d’allarme l’aumento del gas registrato in questo ultimo mese. Con l’inverno alle porte e i riscaldamenti che si riaccenderanno, il timore è che la bolletta, non solo quella del metano, ma anche quella della luce, diventi più salata. Siamo lontani dai picchi registrati l’anno scorso, ma resta il fatto che ora paghiamo il gas di più e automaticamente le bollette saranno più pesanti.
Dopo un periodo di relativa calma, il passaggio obbligatorio per tutti al mercato libero che ha vincolato tutte le famiglie e le aziende a scegliere il fornitore per la propria energia, l’arrivo dell’inverno porta inevitabilmente all’accensione degli impianti di riscaldamento con conseguente preoccupazione sulla futura bolletta del gas che arriverà nei prossimi mesi. Le indicazioni purtroppo non sono propizie, nelle ultime settimane il gas metano ha subito un ritocco verso l’alto che andrà a incidere sulle tasche delle famiglie italiane.
Infatti il prezzo del metano ha registrato un nuovo aumento, segnando un incremento di 11 millesimi (+0,83%) rispetto alla rilevazione precedente, arrivando a 1,352 euro al chilo, che potrebbe sembrare quasi insignificante, ma che invece, su base annua, si traduce in un aumento significativo dei costi per famiglie e imprese che dipendono da questa fonte di energia per il riscaldamento. Infatti secondo le prime stime, per una famiglia media che utilizza il metano per il riscaldamento, l’aumento potrebbe tradursi in un incremento di circa 50-100 euro all’anno, a seconda dei consumi.
Anche i carburanti per autotrazione hanno avuto un rialzo che andrà a incidere sul prezzo finale alla pompa. Secondo la rilevazione del 25 novembre 2024 dell’osservatorio carburanti del Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), il prezzo medio della benzina tra l’11 e il 17 novembre è stato di 1,758 euro al litro, quindi più alto di quattro millesimi (+0,24%) rispetto alla settimana precedente.
Quello del gasolio è stato di 1,649 euro al litro, più alto di 15 millesimi (+0,88%) rispetto a quello della scorsa rilevazione. Il Gpl è salito di due millesimi attestandosi a 0,736 euro al litro (+0,30%). Ce n’è abbastanza insomma per preoccuparsi su quanto saranno consistenti i rincari che tra l’altro andranno a erodere le buste paga del periodo natalizio, tredicesime comprese, una parte delle quali sarà destinata ad acquistare anche i regali di Natale e affrontare le spese per cene e pranzi delle feste.